Ancora un naufragio nello spazio di mare che divide le coste europee da quelle africane. Un barconesi è rovesciato al largo della Libia con oltre 500 immigrati a bordo (tra cui anche donne e bambini e tra di essi molti che non sanno nuotare). Grazie all’intervento di due navi della Marina Militare italiana (la nave Bettica e la nave Bergamini) e di un elicottero che coordina dall’alto le operazioni, si sono potute salvare 500 vite. Sono ancora in corso le ricerche di altri superstiti. Il barcone era chiaramente carico oltre ogni possibilità di galleggiamento e si è rovesciato trascinando nel mare il suo carico di vite umane disperate.

Per ora il conteggio del numero di morti recuperati nelle acque è fermo a sette salme.

Sta arrivandol'estate e aumentano le partenze di disperati dalla Libia

Con l’avvicinarsi dell’estate, come era prevedibile, aumenta il numero di barconi che partono dalle coste africane verso l'Italia. Solo nella giornata di ieri sono stati soccorsi 3.000 migranti, negli ultimi due giorni 5.600. Secondo quanto sostiene Enrico Credendino, l'ammiraglio che da un anno comanda la flotta europea che combatte i trafficanti di uomini, in un’intervista a Repubblica "In mare c'è una sola legge, chi è in difficoltà va salvato. Dobbiamo smantellare il business dei trafficanti di esseri umani". E se stiamo ancora una volta raccontando un'altra tragedia nel Mediterraneo è perchè l’Europa, malgrado alcuni passi avanti fatti nella cooperazione nel gestire l'emergenza immigrati, non è stata ancora capace di dare risposta.

Molti immigrati provenienti da Eritrea e Somalia

Secondo quanto riportato dal responsabile della missione Oim per la Libia Othman Belbeisi, molti immigrati provengono da Somalia e Eritrea, alcuni partono pensando di fermarsi a lavorare in Libia, altri, se hanno denaro per pagarsi il viaggio, cercano di partire dalla Libia alla volta dell’Europa.

In Eritrea le violenze e la fame sono le motivazioni che spingono gli abitanti a fuggire. Sono migranti per fame e perché fuggono dal governo eritreo che nega tutte le libertà civili e ogni libertà di espressione.In Somalia le persone fuggono da una guerra civile che ormai va avanti da oltre 25 anni. L'Europa dovrebbe quantomeno intervenire cercando di pacificare la Libia, rendendo quel paese stabile, altrimenti nel caos i trafficanti di corpi umani continueranno a prosperare con i loro traffici.