È incatenato a un palo della luce, nel centro di Ventimiglia, di fronte al mercato, il signor Vincenzo E., 52 anni, di Sanremo. Chiede giustizia per una truffa subita da un falso oculista. Il 17 maggio di quattro anni fa, Enzo (così lo chiamano i suoi amici) si è sottoposto a una normale visita di controllo per il rinnovo della patente. Ha chiesto consiglio al suo medico che gli ha indicato uno studio di Arma di Taggia, presso il quale ha pagato 250 € e ha ottenuto una diagnosi "non refertabile", "nessuna patologia". Purtroppo però, Enzo soffriva già allora di una necrosial nervo ottico su base trombotica, una patologia che lo ha costretto a lasciare la sua attività di agricoltore e, più avanti, a svendere le sue proprietà.
Nonostante le successive visite abbiano certificato la trombosi, l'INPS e la sua assicurazione privata non hanno accolto la sua domanda di invalidità, giacché fanno riferimento alla dichiarazione del medico legale, a sua volta basata sulla prima diagnosi, quella di "nessuna patologia" dal falso oculista.
Ma perché il medico legale conferma la prima diagnosi?
Perché Enzo non si è rivolto ad un altro medico legale? Sembra che ad aggravare la sua situazione, che l'ha costretto a scendere in strada per protestare, sia stata la scoperta che il padre del medico che lo ha truffato sarebbe un funzionario di Stato e che la medicina legale non possa fare marcia indietro cambiando la sua dichiarazione.
È per questo chesul suo cartello si legge "La mia protesta non può essere ascoltata".
Le parole che Enzo ha scelto esprimono a pienola questione che lui solleva: un'impossibilità di accogliere la sua denuncia, nonostante l'evidenza. A questo punto, sembrerebbe credibile la sua ipotesi di corruzione.
Ciò che più ci ha stupito, nel vederlo accanto al palo al quale si è legato con catena e lucchetto, è il fatto che i suoi amici, i vigili urbanie le persone che entrano ed escono dai negozi, lo salutino e si fermino a fare quattro chiacchiere se ne hanno il tempo.
Come se la cittadinanza fosse abituata a vedere un essere umano incatenato in un Paese civile come l'Italia.
"La gente è già abbastanza provata dalla realtà delle decine di immigrati in balia della giustizia ammassati davanti alla stazione", mi ha detto un passante. Ed Enzo ha aggiunto: "È vero, ma ciò non può diventare il diversivo per dimenticare altri scandali come il mio.
In attesa da quattro anni; una denuncia depositata in Procura; la commissione medica dell'INPS bloccata dalla mancanza di un vero referto; la medicina legale si rifiuta di ripetere gli accertamenti; il falso oculista continua a esercitare utilizzando gli studi di altri medici. Ed io - ci dice infine Enzo - non ho più gli occhi per piangere".