Il noto giornalista Vittorio Feltri parla del caso Yara Gambirasio e considera Massimo Bossetti innocente, le sue affermazioni sono contenute in un recente articolo pubblicato su "LiberoQuotidiano.it". Feltri ha spiegato in maniera dettagliata la sua convinzione, raccontando dettagliatamente i fatti accaduti. Venerdì scorso il Pubblico Ministero Letizia Ruggeri, ha lanciato la sua lunga requisitoria, giudicata dal giornalista alquanto lacunosa e molto poco convincente.

In Dna non è prova decisiva

Secondo quanto dichiarato da Feltri, la prova del Dna trovata sul corpo di Yara, non sarebbe decisiva in quanto non è replicabile.

Quel Dna non ha valore di prova in quanto perché non consente una controprova. Il giornalista nel suo articolo, spiega anche che la ragazza non poteva essere salita sul furgone di Bossetti nè per sua volontà, nè con la forza. Nel primo caso non ci sono prove concrete che i due si conoscevano in quanto mancano telefonate o messaggi scambiati, di cui non esiste alcuna traccia. Nel secondo caso Bossetti non poteva trascinare Yara nel suo furgone, senza che nessuno avesse sentito le urla della ragazza e poi inoltre non sarebbe mai riuscito a mettersi alla guida con una persona a bordo che si dimenava per poter scappare da lui.

Un buco logico che fa saltare l'impianto accusatorio

Vittorio Feltri ha evidenziato che in base a queste considerazioni, si viene a formare un buco logico, che fa traballare non poco l'intero impianto accusatorio costruito dalla Procura.

L'accusa regge solo sul Dna e su ragionamenti che non sono accompagnati da alcun elemento probatorio. Secondo l'articolo in questione, la famiglia di Bossetti, sarebbe stata ingiustamente considerata una famiglia fedigrafa, con l'indagato che uccide le ragazzine, la moglie che lo tradisce e una madre che tradisce il marito a sua insaputa, il tutto a danno dei figli del muratore, che vengono considerati appartenenti ad una "progenie infame".

Tra pochi giorni ci sarà la sentenza che potrebbe sancire il destino di Massimo Bossetti il quale rischia il massimo della pena, l'ergastolo.

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