Dal Medio Oriente giungono nuove notizie di crimini commessi dai miliziani del sedicente Stato Islamico, questa volta in Yemen. Secondo quanto riportato dal sito web dell'agenzia d'informazione "Aska News", i guerriglieri islamisti radicali hanno compiuto un doppio attacco terroristico che ha portato alla morte di ben 37 agenti di polizia nel porto di Mukalla, struttura che fino al mese scorso risultava occupata dai miliziani di Al Qaeda. Sempre stando a quanto riportato da "Aska News", si tratta "del secondo attacco terrorista rivendicato dall'Isis in una settimana nella città di 200mila abitanti riconquistata dalle forze governative ad Al Qaeda".

Il conflitto in Yemen e la presenza di Al Qaeda e dell'ISIS

Da diverso tempo lo Yemen è scosso da una tremenda guerra civile, guerra civile di cui purtroppo si sente parlare relativamente molto poco nei mass media. Il conflitto inizialmente ha visto contrapposti da una parte il governo sunnita e i ribelli sciitiHouthi dall'altra, ribelli che si sono resi responsabili del colpo di stato che ha portato al potere il loro leader Mohamed Ali al-Houthi nel febbraio del 2015. Dal punto di vista geopolitico, quest'ultimi hanno sempre trovato sostegno dell'Iran in quanto seguaci dell'islamismo sciita, mentre l'ex governo sunnita ha potuto contare dell'appoggio dell'Arabia Saudita e, in seguito degli stessi, Stati Uniti D'America.

In questo complesso quadro geopolitico, inoltre si inseriscono le formazioni estremiste di Al Qaeda e dell'ISIS, le quali sono entrambe impegnate nella lotta contro gli Houthi e per fare dello Yemen uno stato retto dall'estremismo islamista sunnita.

La continua e pericolosa avanzata dell'ISIS

Da diverso tempo nello stesso Yemen così come in buona parte del Medio Oriente si sta assistendo a una sempre più forte e violenta avanzata dei miliziani dello Stato Islamico avanzata che si sta compiendo a suon di crimini e attacchi terroristici.

C'è anche da segnalare che nel caso yemenita, una certa responsabilità dell'avanzata dello Stato Islamico si può attribuire agli strateghi dell'Arabia Saudita e forse anche degli stessi USA, i quali nella loro lotta contro gli Houthi non hanno e non stanno facendo abbastanza per fermare le mire espansionistiche dello Stato Islamico.