La scomparsa di Isabella Noventa risale alla notte del 15 gennaio scorso ed è da quel giorno che gli inquirenti cercano incessantementeil suo corpo.Fino ad oggi sono tre le personesottoposte a misure cautelari: Freddy Sorgato, un ballerino 46enne che nel recente passato aveva avuto una relazione con Isabella; Deborah Sorgato, la sorella di Freddy; Manuela Cacco, la tabaccaia veneziana ex amante di Freddy.

Non è stato facile per le forze dell'ordine, districarsi in questo difficile caso. A contribuire a tali difficoltà ci sono sicuramente le differenti versioni fornite agli inquirenti dai tre indagati.

Le versioni contrastanti degli indagati dell'omicidio di Isabella Noventa

Freddy Sorgato, l'ex fidanzato di Isabella Noventa, ha reso nota dopo circa un mese dalla scomparsa della povera donna una piena confessione, ammettendo di essere lui il colpevole della morte della donna, causata involontariamente durante un gioco erotico fatto quella maledetta sera.

Sempre secondo quanto dichiarato dall'ex di Isabella Noventa, Freddy avrebbe ricoperto il corpo della donna con dei sacchi neri per poi gettarlo successivamente nelle acque del vicino fiume Brenta. Nonostante le ricerche, il corpo non è mai stato trovato in quel luogo.

Ad aggiungersi alla già poco chiara e convincente dichiarazione dell'ex fidanzato di Isabella Noventa,c'è la versione di Manuela Cacco,la quale affermache ad uccidere Isabella fu la stessa Deborah, mentrei treerano in cucina nella casa di Freddy.

Anche queste parole non hanno mai molto convinto gli inquirenti. L'unica cosa,invece, comune a tuttie tre è il tentativo di depistaggio messo in atto quella sera. Infatti, la Cacco si è prestata ad indossare il giaccone bianco di Isabella e passeggiare per le vie delcentro di Padova, al fine di essere immortalata nelle videocamere di sorveglianza.

Tutto questo per dare forza alle iniziali dichiarazioni di Freddy, che aveva affermato di aver lasciato quella sera la povera Isabella proprio in centro e di non averla più vista.

Gli intoppi della burocrazia nel caso di Isabella Noventa

Una raccomandata, ricevuta qualche giorno fa a casa Noventa e indirizzata alla povera donna scomparsa, riapre la questione della spesso troppo miope burocrazia, che impedisce ai familiari, in assenza del ritrovamento del cadavere,la constatazione della morte.

Dunque per lo Stato, fino a quando non si ritroverà il corpo della donna, tutto rimarrà fermo, in una sorta di limbo.

Ai familiari dunque oltre al dolore per la certezza della morte della donna, si aggiunge anche la beffa delle miopi istituzioni, che insistono ad applicare norme senza alcun riguardo per coloro che soffrono silenziosamente la morte di unfamiliare.