Una sentenza attesissima quella del caso Vatileaksche ha visto imputati i due giornalisti GianluigiNuzzi ed EmilianoFittipaldi assieme a Francesca Chaouqui e monsignor Lucio Vallejo Balda, accusati di aver divulgato documenti riservati della Santa Sede. L'imputata Chaouqui si è presentata in udienza con il figlio Pietro, lamentando la distruzione della sua immagine, non solo come professionista, ma anche come donna e mamma. Ha negato di aver mai trasmesso documenti del Vaticano ai giornalisti e di aver mai minacciato il monsignore.
Chaouqui: 'Domani potrei consegnare tutto ai giornalisti'
L'imputata ha affermato di possedere documenti importanti, quali: il rapporto sulla sicurezza dello Stato, l'analisi degli appalti del governatorato ecc.
e di custodirli in cassaforte a casa. Nulla potrebbe impedirle di consegnarli ai giornalisti, se solo volesse. GianluigiNuzzi, giornalista e conduttore del fortunato programma 'Quarto Grado', si è invece presentato in aula, assieme al collegaFittipaldi, con una copia del suo libro 'Via Crucis', nato appunto dallo scandalo del Vaticano, e una copia della Costituzione, in quanto ha sempre sostenuto di essersi limitato a svolgere solo il suo lavoro di giornalista. Monsignor Balda, anche lui protagonista del casoVatileaks, si è invece presentato al processo con una foto di Giovanni Paolo II.
La sentenza, in sostanza, ha prosciolto Nuzzi e Fittipaldi per difetto di giurisdizione,condannando invece la Chaouqui a dieci mesi di reclusione e il monsignore a diciotto.
Una sentenza storica ed importante questa, capace di suscitare subito interesse e curiosità anche sui social dove Nuzzi, in particolare, è stato sostenuto dai suoi fan nell'affrontare un processo così impegnativo e pesante da sostenere. Parole di speranza sono state invece scritte dalla Chaouqui prima della sentenza, da cui si evince la sua forza d'animo, ma anche la preoccupazione per i propri familiari in caso di condanna, come poi è effettivamente avvenuto. Ha continuato a gridare la sua innocenza, Francesca Chaouqui, fino all'ultimo, invano.