Il ritrovamento di alcuni importanti documenti nel covo degli uomini dell'Isis a Sirte, in Libia,ha fato scattare in Italia la massima allerta. Dagli appunti dei jihadisti si ha avuto la certezza della presenza di cellule terroristiche pronte a colpire, anchesul nostro territorio,e più precisamente nell'area del milanese.Grazie alla vincente combinazione di raid aerei americanie attacchi via terre delle forze libiche, si sono inferti duri colpi agli uomini dell'Isis, che hanno dovuto abbandonare le loro roccaforti nella città di Sirte.

I ritrovamenti nei covi Isis

Ecco che gli 007, i primi ad entrare nei luoghi utilizzati dagli uomini del Califfato, hanno ritrovato pagine e pagine di documenti, spesso scritti a mano, in cui si pianificavano attentati. Ma non solo.Considerati i controlli negli aeroporti, porti e luoghi di frontiera, i miliziani dell'Isis avevano anche progettato di far entrare i loro uomini in Italia, imbarcandoli insieme ai profughi, che a migliaia raggiungono giornalmente le coste italiane. Cosa che da tempo parte dell'opinione pubblica italiana sosteneva, ma che in tanti invece contestavano, ritenendo che l'Isis non utilizzasse i barconi dei profughi. Beh, ora è proprio il caso di dirlo, si sbagliavano.

Forze dell'Ordine al lavoro per la sicurezza in Italia

Che ormai nessun paese è più al sicuro e che dobbiamo aspettarci un attentato anche noi, questo ormai è un concetto che i vertici dello Stato -a vario titolo ed in varia misura - continuano a ripetere da tempo. Anche se assicurano che un'azione combinata tra servizi segreti, reparti speciali e Forze dell'Ordine ha fatto si che si effettuassero azioni di vigilanza e controllo del territorio notevoli, garantendo la sicurezza nel nostro Paese.Forse per le nostre Forze dell'Ordine è stato meno complicato affrontare questa nuova emergenza terroristica, avendo già dovuto affrontare il "terrorismo" e la "mafia". Comunque sia, l'allerta in Italia è altissima, tanto da far registrare ormai quasi giornalmente nuovi casi di espulsione di soggetti legati in qualche misura alla causa dell'Isis.