Site, il sito americano che monitora l’estremismo islamico nella rete, ha rilanciato la notizia lanciata all’agenzia Amaq legata all’Isis secondo cui il portavoce dello Stato Islamico, Abu Muhammad al-Adnani è stato ucciso ad Aleppo:

Al-Adnani, dal carcere all’Isis

Come molti altri esponenti del fondamentalismo islamico, anche al-Adnani è stato in carcere: per sei anni il portavoce dell’Isis è stato detenuto in Iraq. Nato ad Idlib, in Siria, decise di diventare seguace di Zarqawi nella regione irachena, per poi raggiungere nuovamente la Siria con l’obiettivo di reclutare nuovi miliziani e rovesciare il regime di Bashar al-Assad.

Di al-Adnani si è parlato nelle scorse settimane, subito dopo l’attentato di Nizza in cui persero la vita oltre 80 persone: fu proprio lui, infatti, ad incitare i jihadisti ad agire come “lupi solitari”. “Se non riuscite a procurarvi un ordigno esplosivo o una pallottola – incitava al-Adnani poche settimane prima della strage francese – allora scegliete un infedele americano o francese o un altro loro alleato e colpite la loro testa con una pietra, accoltellatelo oppure travolgetelo con un auto, buttatelo giù da una sporgenza, strangolatelo o avvelenatelo”.

La taglia di 5 milioni su al-Adnani

La caccia al portavoce dell’Isis si era intensificata nei mesi scorsi attraverso lo sforzo militare di russi e siriani, ma anche con un lavoro di intelligence che ha coinvolto gli americani.

Fu sempre l’agenzia Amaq ad annunciare la rivendicazione dell’attentato di Nizza da parte dello Stato Islamico che aveva utilizzato la definizione di «soldato del Califfato» per indicare Mohamed Bouhlel, l’autore della strage compiuta con il camion. E poi, ancora, aveva sottolineato che l’uomo ha «risposto al nostro appello».

Al-Adnani, dunque, decise di sposare la guerriglia sunnita, schierandosi con i mujaheddin di al Zarkawi. Durante i combattimenti finisce nelle carceri di Camp Bucca, controllate dagli americani. Proprio qui – e i misteri si infittiscono nuovamente – entra in contatto con al-Baghdadi e con gli altri esponenti dell’estremismo islamico con cui, una volta usciti dal carcere, decide di realizzare il nuovo movimento, proprio sotto gli occhi degli americani. Lo stesso movimento che raggiungerà la Siria nel 2011 per dare vita alla rivolta anti-Assad.