Da Nord a Sud della Penisola, imam, fedeli e cattolici insieme in chiesa, in preghiera, nella giornata promossa dalle comunità islamiche. Un'iniziativa contro il terrorismo, l’odio, la morte, la distruzione. Contemporaneamente l’Isis pubblica la rivista Dabiq con un titolo forte: “Rompiamo la croce”. In copertina un militante, la bandiera del califfato e una croce abbattuta. Le due facce di una domenica particolare, che cade l'ultimo di luglio. Un mese di sangue.

Oltre i messaggi di solidarietà

Oltre ventimila i musulmani aderenti a una giornata intensa.

Il dato è della Comunità del mondo arabo in Italia. Potrebbe essere l'inizio di un nuovo percorso, condiviso, corale, all'insegna della massima apertura. Ma i messaggi di solidarietà e le note di condanna non bastano per l'imam Yahia Pallavicini, che guida la Comunità religiosa islamica italiana: “Siamo in chiesa per un gesto concreto. Vogliamo dire ai nostri fratelli, offesi dalla violenza, che noi ci siamo. E vogliamo abbracciarli”.

Il “tweet” del ministro degli Esteri

In un “tweet”, il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni ringrazia tutti gli “italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo". Alla messa nella chiesa Santa Maria di Trastevere, a Roma, in prima fila l’imam della moschea di via dei Frassini, l’imam della sala di preghiera del quartiere Magliana e l’imam di un'altra sala di preghiera, quella di via Candia.

“La nostra religione non ha nulla a che fare con il terrorismo", dice l’imam di Vobarno, a due passi da Brescia. E lo afferma senza mezzi termini, definendo "falliti" i terroristi.

“Serve più dialogo”

A Napoli una delegazione della Confederazione islamica campana alla messa mattutina nella Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Anche da queste parti si leva un messaggio importante: "Serve più dialogo”. Si sottolineano i valori della vita, partendo dal “rispetto del nostro unico Dio, misericordioso”. A Torino una delegazione di fedeli islamici è accolta al santuario della Consolata. Qui il portavoce dell'associazione islamica delle Alpi, Brahim Baya, dopo la messa spiega che “ogni violenza in nome di Dio è una violenza contro Dio”, aggiungendo: "A coloro che cercano di seminare discordia, odio e morte, rispondiamo con gli insegnamenti delle nostre fedi”.

Amore, misericordia e perdono.

“Un vero musulmano non tocca neppure una gallina”

Ovunque si evidenzia che “Islam deriva da Salam, pace” e che “un vero musulmano non tocca neppure una gallina”. A Genova, momenti di notevole commozione al momento dello scambio del segno della pace nella cattedrale di San Lorenzo. “Vicinanza e unità” anche a Bari, Palermo, Padova, Firenze, Parma, Trieste e Novara. Non finisce qui. Martedì 2 agosto, a Bologna, per lanciare un messaggio di fratellanza contro tutti i generi di terrorismo, la comunità islamica prenderà parte alla commemorazione della strage della stazione ferroviaria. I morti furono ottantacinque, i feriti oltre duecento. Il più grave atto terroristico avvenuto in Italia dal Secondo dopoguerra.