Pomeriggio di commiato a cracovia. Papa Francesco è infatti atterrato a Roma questa sera alle 21.34 circa. Sono stati giorni carichi di importanza e di messaggi forti. Non solo per coloro che hanno partecipato da ogni parte del mondo e in qualsiasi situazione a questo incontro, ma anche chi è rimasto a casa ha potuto sperimentare la forza vitale che il pontefice ha emanato.

Papa Francesco, ancora una volta, si distingue per essere quella personalità alla quale è difficile dire di no e che ha riunito figli di credo, lingua, cultura e differenti In un momento storico tanto difficile, soprattutto alla luce degli attentati jihadisti accaduti pochi giorni prima dell'inizio della Giornata mondiale della gioventù.

Attentati che hanno sconvolto l'opinione pubblica mondiale e i comuni cittadini, costringendo il paese al momento più colpito, la Francia, a ridimensionare le iniziative estive previste per il mese di agosto e infondendo l'insidioso pensiero della paura di viaggiare.

Oggi però alla messa di chiusura erano presenti 3 milioni di persone, segno che la paura non ha avuto la meglio,segno che ancora sono in tanti a credere che "non vogliamo vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia".

Il saluto di Papa Francesco alla GMG

Ricorda che il mondo vuole ragazzi imbambolati davanti la tv e ai videogiochi, privi di libertà, ragazzi da divano. Ma la vita vera esige di essere vissuta lasciando un segno, una "impronta" come la chiama Papa Francesco. E per lasciarla bisogna avere coraggio.

"Per seguire Gesù - incalza il pontefice - bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio, la gioia che lascia nel tuo cuore ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia".

Francesco incita tutti, nessuno escluso, a diventare segno vivente e tangibile della possibilità di non avere paura del diverso.

Come? Costruendo ponti."Sapete qual è il primo ponte da costruire? Un ponte che possiamo realizzare qui e ora: stringerci la mano, darci la mano. Forza, fatelo adesso, qui, questo ponte primordiale, e datevi la mano. E’ il grande ponte fraterno, e possano imparare a farlo i grandi di questo mondo!".