La vicenda si è svolta all'interno del treno regionale che collega Brescia a Milano, dove una ragazza di 28 anni in stato di gravidanzaha reagito al tentativo di due giovani di origini albanesi di rubarle il telefono cellulare, mentre la giovane era impegnata in una conversazione. La ragazza haprovato a non mollare la presa, ma i rapinatori l'hanno aggredita senza farsi scrupoli con calci, pugni e persino morsi, per poi cercare di allontanarsi spostandosi in altre carrozze del treno. Ma l'arrivo delle forze dell'ordine non ha lasciato loro scampo.

Tempestivo l'intervento dei Carabinieri

Il tempestivo arrivo degli uomini dell'Arma dei Carabinieri, immediatamente chiamati da chi ha assistito alla scena, ha reso possibile l'arresto dei malviventi, intervenuti alla stazione di Rovato, in provincia di Brescia. I due aggressori sono stati arrestati e saranno processati con le accuse di rapina e lesioni, ed il fatto che la vittima fosse in stato di gravidanza sarà probabilmente una circostanza "aggravante" in ambito giudiziario.

Vittima una donna nigeriana

Anche la vittima dell'aggressione è una cittadina straniera, una ragazza nigeriana regolarmente residente nel bresciano. Èstata immediatamente trasportata in ospedale, dove dopo essere stata medicata ha dato alla luce una bambina.

Fortunatamente la vicenda non sembra aver pregiudicato la salute della mamma e della neonata, ma lo spavento è stato grande, e solo la fortuna sembra aver fatto sì che le conseguenze dell'aggressione non siano state ben peggiori: sarebbe stato sufficiente una semplice perdita di equilibrio per provocare una tragedia, come del resto è accaduto a Fermo, dove una rissa da strada è sfociata in un funerale.

Immediate le speculazioni politiche

Non si è fatto attendere - come di consueto in questi casi - l'intervento di esponenti dei partiti di destra, che in alcuni casi per gli aggressori invocano l'incriminazione di "tentato omicidio", in quanto percuotere una donna in evidente stato di gravidanza avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.

La giurisprudenza italiana però configura il reato di "tentato omicidio" quando qualcuno prova ad uccidere un'altra persona, e tale proposito non va a compimentoper cause indipendenti dalla sua volontà.

I politici che desiderano condanne più forti in casi come questo, dovrebbero muoversi in Parlamento proponendo inasprimenti delle pene previste per reati come lesioni e rapine in presenza di determinate circostanze, mentre parlare di tentato omicidio appare come una mera propaganda.