Ad Ancona si stenta a credere che sia tutto vero. Eppure non ci sono equivoci: il pm ha chiesto la condanna di un carabiniere che nel 2015 sparò contro un'auto sulla quale viaggiavano tre malviventi, uccidendone uno.
Quegli spari contro l'auto dei banditi
Il fatto risale al primo febbraio 2015, quando un posto di blocco lungo la provinciale che costeggia Ancona viene forzato da un auto con a bordo tre uomini di nazionalità albanese, appena segnalati alle forze dell'ordine per ilfurto in un appartamento. La Mercedes su cui viaggiano i tre, rubata, correa folle velocità e immediatamente scatta l'inseguimento.
Dopo alcuni chilometri l'auto viene trovata ferma e apparentemente abbandonata. Dalla 'gazzella' scendono due carabinieri che si avvicinano alla vettura per constatare la situazione, credendo nella fuga a piedi dei tre ladri. Si tratta però di una trappola e la Mercedes si lancia contro i due militari che rischiano di essere travolti. Dall'auto dell'Arma in sosta, per far desistere i malviventi dall'intento di travolgere i colleghi, partono almeno quattrocolpi di pistola. Un proiettile di rimbalzo colpisce la testa di uno dei banditi, ventiquattrenne, ritrovato moribondo ed abbandonato nella stessa auto dagli altri due connazionali. L'uomo morirà dopo quattro giorni in ospedale.
Il pm chiede la condanna del carabiniere che sparò il colpo mortale
Il pm Mariangela Farneti ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi di reclusione per il carabiniere che, secondo la ricostruzione, ha sparato il colpo mortale contro il giovane albanese. Spetterà al Gup di Ancona, Francesca Zagoreo, decidere se accogliere o meno la richiesta, il prossimo 7 ottobre.
La famiglia del bandito chiede risarcimento
Oltre alla "beffa" della richiesta di condanna per il militare, come sostiene il Coisp (sindacato indipendente di polizia) per voce del segretario generale Franco Maccari, la famiglia del bandito ucciso ha chiesto un risarcimento record: 2,5 milioni di euro. Non si è fatta attendere la dura reazione del Coisp, espressa tramite le dichiarazioni di sdegno di Maccari: "Farsi uccidere o andare in carcere, è questa l'unica opzione disponibile per le forze dell'ordine che combattono la criminalità".
Maccari chiude l'intervento sul caso commentando così le richieste di condanna e risarcimento: "Evidentemente per qualcuno la vita di chi vesteuna divisa non valenulla e chi la difende è considerato un criminale da buttare in galera. L'ulteriore beffa è la richiesta di risarcimento avanzata dalla famiglia del bandito e siamo certi che il nostro premuroso governo non esiterà a staccare il generoso assegno nel più breve tempo possibile, per poi rivalersi sul carabiniere".