Paura oggi in Germania con l'esplosione di due impianti chimici della BASF situati ad una trentina di chilometri l'uno dall'altro. La polizia esclude si tratti di terrorismo. Non è ancora stato reso chiaro la quantità dei dispersi e dei feriti. L'esplosione più grave è avvenuta alle 11:30 nell'area Nord del porto fluviale di Ludwigshafen sul Reno dove viene trasbordato gas e liquido infiammabile. Tre ore prima invece c'è stata un'altra grande esplosione a Lamperthein dove l'incidente sarebbe meno grave e non ci sarebbe il rischio di un allarme ambientale.

Secondo un quotidiano locale all'origine ci sarebbe un guasto a un filtro. La stessa fonte parla di tre feriti, non si sa se gravi o meno.

La multinazionale chimica ha fermato gli impianti "per motivi di sicurezza" e ha chiesto alla popolazione di Ludwigshafen e della cittadina di Mannheim che si trova dall'altra parte della sponda del fiume Reno "di evitare gli spazi aperti e di lasciare chiuse le finestre e le porte delle abitazioni" . L'azienda raccomanda anche di spegnere eventuali impianti di aria condizionata e ventilazione negli edifici di zona. Da Twitter è la BASF ad invitare la popolazione a consultare la pagina della polizia locale per ulteriori informazioni. Dopo la seconda esplosione si è elevata una densa nube di fumo nera e sul posto sono giunti i vigili del fuoco.

BASF ha ammesso che nel primo incidente quattro suoi dipendenti sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedali, mentre si è limitata a dire che il secondo incidente ha causato "vari" feriti. Si lamentano anche alcuni dispersi. Tutte le attività nei centri industriali coinvolti sono state sospese.

Per chi non lo sapesse la BASF è una società europea con sede a Ludwigshafen: è una delle più grandi compagnie chimiche del mondo ed è conosciuta per aver portato sul mercato internazionale il colorante Indaco e per aver inventato la tecnologia necessaria alle musicassette. L'azienda ha oltre 200 filiali nel mondo e impiega oltre 100 mila persone, più di 50 mila solo in Germania.