Ma cosa combina Yahoo? L’America dei diritti e della libertà ha un altro grosso problema che riguarda la violazione della privacy di milioni di utenti sul web. Anche questo, nell’epoca della società multimediale, può contribuire a minare l’immagine di un paese all’esterno, ma anche all’interno: condizionare la propria credibilità e il grado di fiducia dei cittadini nel rispetto delle leggi in un momento politicamente caldo (siamo ad un mese dalle elezioni per la successione alla Casa Bianca) non è cosa buona. Fatto sta che Yahoo!, società fornitrice di servizi internet nata nel 1994, con sede in California e presieduta da Marissa Mayer, è sempre più nei guai: prima l’accusa di aver nascosto operazioni di hackeraggio che avrebbero carpito dati privati di mezzo miliardo dei suoi utenti nel 2014; ora, stando a quanto sostiene l’agenzia Reuters, la nuova accusa alla società, presunta rea di aver permesso ad agenzie di sicurezza americane (anche all’Fbi) di “curiosare” tra i messaggi di milioni di iscritti a Yahoo.
Bufera dai danni incalcolabili al momento e, mentre il colosso californiano cerca di ripararli, c’è chi va giù duro e invita caldamente a tutto gli utilizzatori di Yahoo a chiudere subito i loro profili e cambiare indirizzo scegliendo un altro operatore. E’ il consiglio di Edward Snowden, l’informatico noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi segreti di sorveglianza di massa dei governi statunitense e britannico.