Ieri è stata liberata Dabiq città simbolo per lo Stato del Califfato, situata al confine tra Siria e Turchia. Luogo dove secondo le loro credenze doveva avvenire la battaglia finale per la supremazia dello Stato del Califfato per il controllo dell’intero pianeta. Fortunatamente le cose sono andate in maniera completamente differente, l’Esercito Siriano Libero è riuscito ad espugnare la città senza troppi sforzi, l’esercito del Califfato si è dato alla fuga, e gran parte di loro si sono arresi all’esercito Siriano.

Nella legge del Califfato non è ammessa né la resa né il tradimento, infatti sessanta disertori sono stati trovati a qualche chilometro di distanza trucidati e sgozzati per tradimento, come prevede il loro folle ordinamento

Le donne si strappano il burqa

Questa è una scena che oramai siamo abituati a vedere ma è ancora in grado di emozionarci e non poco, in ogni città che viene liberata dall’esercito del Califfato le donne scendono in strada, si strappano letteralmente il burqa dalla testa come segno di libertà, nei loro volti si legge la gioia.

Quella gioia nella speranza di una nuova vita, una vita libera dove le donne non verranno più trattate come un accessorio, un oggetto o un animale, ma sperano finalmente di ottenere i diritti che a loro spettano. Diritti che ogni essere umano ha, gli stessi diritti che hanno i loro uomini.

Intanto in Iraq è iniziata l'offensiva per cacciare l'Isis da Mosul. Era ora e forse con molto ritardo che iniziasse una vera offensiva al fantomatico Stato Islamico, che riesce ad attrarre tutti i sociopatici ed esaltati del pianeta, che non si sa per quale ideale sta mietendo da anni vittime innocenti per tutto il mondo e diffondendo la politica del terrore cercando di limitare la libertà di noi occidentali che ci siamo guadagnati con sangue e sacrifici dei nostri avi.

I morti che ha fatto l’Isis in occidente solo nel 2015

Nel 2015 gli attentati dell’Isis hanno fatto secondo i dati dell’ONU 1185 vittime in occidente con gli innumerevoli attentati fatti in Francia, Belgio, Tunisia, Yemen, Canada, Stati Uniti e Russia. Senza calcolare le vittime della Siria, Libia, Egitto e Iraq. Il dato è davvero preoccupante solo nei primi mesi del 2016 secondo i dati dell’ONU le vittime sono addirittura 1601, tra i quali moltissimi bambini.

Secondo l’ultimo rapporto degli Stati uniti dal 2009 a 2016 le vittime in totale sono quasi ventitremila con più di quarantamila feriti.