Colpisce molto la triste vicenda che ha colpito un giovane ragazzo affetto da sindrome di Down, che ha vissuto un vero incubo a causa dell'intransigenza e mancanza di flessibilità di un controllore di autobus, che gli ha fatto una multa per aver fatto il biglietto sbagliato.
La multa per il biglietto sbagliato
L'incredibile fatto è accaduto in provincia di Reggio-Emilia, il ragazzo era salito su un locale mezzo pubblico di trasporto che doveva portarlo ad Albinea. Una tratta fatta tante volte, dunque nessun problema per il giovane che aveva piena fiducia anche da parte dei genitori.
Ma stavolta qualcosa è andato storto. Chissà se sia stato l'errore del conducente del mezzo - che riveste anche i panni di bigliettaio - a far si che il ragazzo si ritrovasse tra le mani un biglietto per un'altra località. Fatto sta che il controllore, ravvisato l'errore, non ha voluto sentire ragioni e ha fatto una multa al giovane per avere un biglietto sbagliato.
Che la mamma deglistolti sia sempre incinta è un detto tanto antico quanto vero. E forse questa storia è l'ennesima prova della veridicità di quelle parole. La mamma del ragazzo racconta che quando M. è ritornato a casa non riusciva a parlare, era agitato e balbettava.
Solo dopo qualche ora il quadro si era fatto più chiaro: il ragazzo è stato multato perché il conducente aveva fatto un biglietto per un'altra località, quindi con un importo inferiore.
Dunque il biglietto c'era, ma i chilometri ed il costo dovevano essere differenti.
La difficile battaglia quotidiana dei disabili
La madre del ragazzo ha quindi preso l'iniziativa di condividere sui social network gli sconcertanti fatti, che nel giro di poco tempo sono giunti anche all'attenzione dei Primi cittadini delle amministrazioni comunali coinvolte e dagli Assessori delle Politiche sociali, oltre che ovviamente ai vertici della società di trasporti.
Le scuse immediatamente profuse un po' da tutti servono a poco perché come afferma pubblicamente la madre del ragazzo non bastano le giornate dedicate o le campagne a sostegno dei disabili, perché dalla guerra che un disabile combatte si esce sconfitti proprio dal confronto con la società e la quotidianità, inclusive purtroppo di persone troppo miopi davanti ai bisogni degli altri.