La più grande organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani denuncia l’Italia, in particolare gli hot spot di Lampedusa e Taranto per maltrattamenti prolungati, coercizioni, intimidazioni, maltrattamenti fisici, uso eccessivo della forza, scariche con manganelli elettrici, il tutto per ottenere le impronte digitali.

Cerchiamo di fare un po' di chiarezza

Il nuovo regolamento di Dublino III, stabilisce "il principio generale per cui spetta allo Stato dell’Ue di primo ingresso la responsabilità di esaminare la domanda di asilo e dell’accoglienza del richiedente asilo”.

I migranti che sbarcano in Italia, sono tutti a conoscenza di questo assurdo regolamento, votato anche dai parlamentari Italiani, e per questo motivo la maggior parte di loro si rifiuta di farsi prendere le impronte digitali per aver l’opportunità di ricongiungersi con la famiglia o i parenti in un altro stato Europeo, altri invece vogliono dirigersi verso altri stati tipo la Germania dotata di un welfare sicuramente migliore del nostro con maggiori garanzie per la dignità della persona.

Fino a qualche mese fa l’Italia non obbligava nessuno a prendere le impronte digitali, ma dopo molti richiami e sanzioni da parte dell’Europa è obbligata a farlo. Purtroppo anche con l’utilizzo della forza. Questo per un migrante comporta l’essere rinchiuso in un centro d’accoglienza per un minimo di 18 mesi ad un massimo di 24 mesi in attesa di un documento.

Amnesty International ha raccolto la testimonianza di 170 migranti negli hot spot di Lampedusa e Taranto

Alcune dei migranti intervistati hanno dichiarato che la Polizia Italiana ha utilizzato dei metodi poco ortodossi addirittura le scosse elettriche per prendere le impronte a chi con le buone non voleva assolutamente darle.

Notizia subito smentita dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, ma per il momento restano i dubbi e si sono aperte più inchieste sia da parte dell’Europa che di alcuni Magistrati Italiani, anche se dei 170 migranti intervistati, 37 hanno dichiarato che la polizia è ricorsa alla forza per prendere le impronte digitali e solo 14 hanno denunciato manganelli con scosse elettriche, furibondi pestaggi, coercizione e maltrattamenti addirittura prolungati per giorni.