Sono le 10 del mattino del 16 ottobre 2016 quando in una famosa località balneare della Cambogia, Kep, Powen Belle e Patricia Cina, 33 enni, lanciano l'allarme: la loro figlia Em Lisa di soli 7 anni è scomparsa. Alla ricerca della piccola partecipano sia la polizia locale che i parenti e, 24 ore dopo, si ha il ritrovamento. Lisa è esanime, il suo corpo fuoriesce da un piccolo stagno vicino ai binari che portano al villaggio Damnak. Sulla sua pelle segni di violente percosse. Sulla sua testa uno squarcio lungo 9,5 cm e profondo 0,5. L'arma del delitto pare essere un tubo di ferro.
Sebbene il caso di Lisa abbia shoccato la popolazione e interessato morbosamente la stampa locale, la violenza sulle donne e sui bambini in Cambogia è una realtà con la quale ci si interfaccia giornalmente, complice il grave stato di povertà delle famiglie.
L'assassino era un insospettabile
Ci vorranno 3 giorni prima che si trovi il colpevole e con esso la spiegazione ad un gesto così barbarico. Pouen, 25 enne vicino di casa della bambina, è il responsabile. Il ragazzo non ha precedenti ed è un contadino che lavora nelle risaie. Oeng Sam Ol, capo della polizia, ci tiene a precisare che non si tratta affatto di un semplice tentativo di annegamento, come pensato in un primo momento, ma di un pestaggio ai fini di rapina.
La bambina indossava infatti degli orecchini color oro, dal valore insignificante, 62 centesimi circa, che devono però aver ingolosito Pouen. Trasportato in questura ed interrogato a lungo, il ragazzo ha in un primo momento negato ogni accusa. Quando le domande degli agenti si sono fatte più serrate e le sue risposte non gli hanno fornito alcun alibi attendibile, ha confessato.
Le ricostruzioni degli eventi
Secondo le indagini forensi, subito dopo la violenza Pouen aveva preso gli orecchini e lasciato la bambina agonizzante. E mentre l'assassino realizzava di aver rubato un oggetto dal valore nullo, la bimba moriva. Tuttavia, portato sulla scena del crimine e obbligato a spiegare la dinamica dell'incidente dal suo punto di vista, egli ha dichiarato che il furto è avvenuto prima dell'omicidio e non il contrario.
Pouen avrebbe ucciso perchè Lisa, in lacrime, lo avrebbe minacciato di dire ai suoi genitori di essere stata da lui derubata. Presentatosi di fronte la Corte di Kampot la mattina del 21 ottobre, l'assassino dovrà prepararsi ad affrontare un giusto processo e una dura punizione.