Un preallarme della protezione civile seguito da un comunicato ufficiale di massima allerta: così la Nuova Zelanda si prepara al pericolo tsunami. Un sisma di forte intensità ha scatenato movimenti di grandi masse d'acqua che potrebbero sommergere persino il centro della Capitale. Prime onde segnalate sulla costa orientale.

Torna la paura

Secondo il bollettino diramato dalla protezione civile neozelandese, le prime onde a largo della costa est non sono più alte di due metri. La situazione è però destinata ad evolversi repentinamente, con un crescendo del moto ondoso che nel giro di poche ore potrebbe verosimilmente produrre "mostri" d'acqua di elevata altezza.

"Potrebbero non essere le più alte (le onde, ndr), ne seguiranno tante altre nelle prossime ore". Così in Nuova Zelanda torna la paura per uno dei fenomeni naturali più imprevedibili e spaventosi: l'allerta tsunami è scaturita in seguito a un forte sisma, secondo la stima ufficiale di magnitudo 7.8 sulla scala Richter, avvertito chiaramente in tutta l'Isola.

Evacuato il centro della Capitale

In migliaia stanno abbandonando il centro di Wellington, la capitale, in seguito alle sollecitazioni delle autorità per il forte rischio a cui la città è sottoposta. L'intera parte orientale della South Island è scenario di una evacuazione di massa. Dal suo profilo Twitter, l'unico usato a causa di un disservizio imprevisto nel sito web ufficiale, la protezione civile specifica: " Chiunque si trovi in quella zona (South Island, ndr), si sposti immediatamente verso l'interno".

In prima battuta l'ipotesi di uno tsunami era stata esclusa, ma in questi minuti tutto è cambiato.

Magnitudo in definizione

Il primo dato sulla magnitudo era di 7.4, poi rimodulato a 7.9 secondo le reti giapponesi. In realtà l'INGV italiano sostiene si sia trattato di un terremoto di proporzioni ben più grandi, con una punta di magnitudo 8.1 registrati a livello epicentrico.

I sismografi di tutto il pianeta hanno rilevato il sisma. L'epicentro è a terra, ma, data la vastità della faglia attivata dalla forte scossa, il sisma ha prodotto una notevole dislocazione del fondale oceanico sino a generare uno tsunami. Evidentemente la magnitudo di questa scossa è ben più alta di quella che nel 2011, nella città neozelandese di Christchurch, aveva causato 185 morti, oltre 1000 feriti e danni incalcolabili alle infrastrutture. Allora, a seminare distruzione e morte, fu un 6.3 Richter.