Il 17 dicembre 1999 una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, istituì la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Tale risoluzione, stabilendo la data del 25 novembre come ricorrenza, invitava i governi a richiamare e sensibilizzare l'opinione pubblica su questo, triste, tema.

Un problema che assume proporzioni gigantesche se si pensa che è stato calcolato che il 35% delle donne, nel mondo, ha subito una violenza. Alla base di questa continua, incessante escalation di atti violenti c'è, sicuramente, la disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne.

Italia, dati preoccupanti

Ogni giorno, anche nel nostro paese, le cronache registrano casi di omicidi o di violenze, perpetrate ai danni delle donne, anche se, il fenomeno è ancora più esteso di quello denunciato. Alcune associazioni hanno creato una vera e propria rete organizzativa contro la violenza maschile e, raccogliendo tutte le informazioni, hanno denunciato che, in Italia, una donna viene uccisa ogni tre giorni lamentando inoltre, la mancanza di ulteriori dati forniti dalle forze dell'ordine, dai pronto soccorso, dai servizi territoriali e assistenziali in genere che aggraverebbero la dimensione di tale tragico fenomeno.

Se parliamo, poi, nello specifico, di violenze sessuali, subite dalle donne in Italia, il dato è sconvolgente.

Un'indagine, condotta dall'istituto Demoskopika, relativa al quinquennio 2010/2014, ha registrato circa 23 mila casi, con un'incidenza del 20% di minorenni, e con più di 22 mila persone arrestate dalle Forze di Polizia. In Italia, si consumano 15 atti di violenze sessuali al giorno, nel 68% dei casi le vittime sono italiane, seguite da donne dell'est europa e da donne africane.

Trentino, regione più 'violenta'

I casi di violenza sessuale riguardano un po' tutte le regioni italiane ed il drammatico primato, stimato su 100 mila donne residenti, spetta al Trentino Alto Adige, seguito da Emilia Romagna e Toscana. Questa la classifica delle regioni più "violente" (la media è stata calcolata ogni 100mila donne residenti):

Trentino Alto Adige (88), Emilia Romagna (79), Toscana (78), Liguria(75), Piemonte(72), Lombardia(68), Valle d’Aosta (67), Abruzzo (66), Umbria e Lazio (64), Friuli Venezia Giulia e Sardegna (60), Veneto (59), Basilicata (58), Calabria (57), Sicilia (56), Puglia (53), Marche (52), Molise (48), Campania (47).

I dati assoluti assegnano, invece, il drammatico primato alla Lombardia che registra con 2.935 casi il 17,5% del dato complessivo italiano. A seguire Lazio con 1.640 episodi (9,8%), Emilia Romagna con 1.530 episodi (9,1%). Ovviamente c'è da tener conto che i dati si basano sulle denunce effettuate, la paura è che il miglior dato del meridione possa essere "abbassato" dalla reticenza che molte donne del sud Italia hanno nel denunciare le violenze subite.

L'altro tragico dato riguarda il numero di femminicidi, annotato, in Italia, nel 2015. Il dato complessivo, anche se in diminuzione, rispetto all'anno precedente, registra 128 casi, la maggior parte di loro, commessi all'interno del nucleo familiare. L'andamento sottolinea un aumento di casi al nord Italia, intorno al 10% ed una diminuzione al Sud. Ancora una volta, spetta a Lombardia e Lazio il tragico primato.