La battaglia di Eriberto Muscoso contro le barriere architettoniche nelle chiese sta proseguendo attraverso il web. Il suo blog ha registrato numerosi accessi e la petizione lanciata ha già registrato oltre cento firme di soggetti che hanno espresso numerose considerazioni sul caso. Ma il suo impegno va oltre all’ostacolo fisico, si spinge nel denunciare la disattenzione di una Comunità del paese in cui vive, ma che potrebbe benissimo essere quello di tutti, perché empatia ed educazione sociale trovano grande difficoltà a manifestarsi.

Il sostare regolarmente fuori dai marciapiedi, senza ostruire gli scivoli o impedire l’ingresso alla Chiese dovrebbe rientrare nell’ordine civile e culturale del cittadino, ma purtroppo, questo non accade mai.

Eriberto si sta facendo non solo portavoce del suo problema, ma sta coraggiosamente ponendo una riflessione che investe i centri urbani. Ogni Comune dovrebbe disporre per statuto, volontari, servizio civile e persone qualificate allo scopo di fronteggiare le varie necessità: la Croce Rossa, inoltre, nei piccoli centri, dovrebbe svolgere un’attività costante e occuparsi di chi soffre di determinate difficoltà e non sopraggiungere soltanto come rappresentanza alle Manifestazioni o per svolgere intrattenimento da ludoteca. Ci sono disabili che non escono mai di casa per problemi strutturali o per il timore di essere scrutati dalla gente, e vivono la propria vita segregati nella propria dimora.

Le parole di Eriberto

Eriberto afferma che “Il diritto di vivere la vita è una cosa che appartiene a tutti e non la si deve mai negare, e non bisogna avere paura di affrontare la gente”: un appello rivolto anche a quei genitori che di fronte al pregiudizio degli altri, preferiscono sottrarre alla luce del sole i propri figli.

Ribadisce che “privare questo diritto le proprie creature e come nascondere se stessi al mondo”.

L’ostacolo architettonico nelle cattedrali non può e non deve più essere affrontato attraverso singole richieste a Soprintendenze e Municipi vari che vanno sempre incontro a problemi burocratici e a quelle scusanti relative alla mancanza di fondi.

Il problema deve essere seriamente affrontato dal vaticano che deve mettere tutti in condizioni di accedere alle Parrocchie altrimenti il processo di Evangelizzazione Cattolica si riduce a grande Bluff, per citare Paolo Sorrentino.

Non si può inviare qualcuno a casa e poi fargli trovare la porta chiusa. Nonostante i solleciti e gli invii a Papa Francesco, tutto tace. Nessuna risposta, nessun interessamento dal Vaticano. Il silenzio è schiavo dell’indifferenza, ed è quella che sembra emergere dalle mura dello Stato Pontificio. La richiesta di Eriberto è, forse, imbarazzante, di difficile attuazione ma avrebbe meritato di avere nel rispetto anche di quella fede tanto osannata. All’astensione si contrappone la volontà e quella sua è forte, tant’ è che ha fatto di Internet il mezzo ideale per manifestarla.

Ha lanciato un primo filmato multimediale dove mostra le sue evidenti difficoltà nell’ entrare in Chiesa. Un documento che ben presto diventerà virale informando cosi' la collettività sull'argomento. Sarà presto Natale e come ogni anno Eriberto contribuirà a dare voce al coro, celebrando così la nascita del Signore, ma ancora un volta sarà costretto ad affrontare tacitamente il suo disagio.