Stava rientrando all’ospedale de L’Aquila l’elicottero del 118 che aveva appena soccorso Ettore Palanca, 50 anni, ferito mentre sciava sulle piste di Campo Felice, a 1600 metri di altezza, nell’aquilano. Probabilmente per un cavo sospeso ed a causa del maltempo, che riduceva molto la visibilità, il pilota ha perso il controllo e l’elicottero, un Aw139, è precipitato da una quota di 600 metri, tra Campo Felice e L’Aquila. Nessuna delle persone a bordo è sopravvissuta all’impatto. A bordo erano presenti i due piloti, un infermiere, un medico, che in questi giorni aveva prestato soccorso anche per la tragedia dell’Hotel di Rigopiano, un operatore del Soccorso Alpino e lo sciatore appena soccorso.

La carcassa dell’aeromobile è stata localizzata in un canalone nel comune di Lucoli, difficilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso. I soccorritori sono dovuti ricorrere agli sci ed alle pelli di foca, in un primo momento, per arrivare sul luogo dello schianto. Intervenuti sul luogo anche una squadra di soccorritori della centrale operativa allestita a Penne ed alcuni maestri di sci di Campo Felice e di Ovindoli.

La zona è impervia, riferiscono i carabinieri forestali, con una pendenza che si avvicina al 100% e con un’inclinazione del suolo di 45 gradi. Sono dovuti intervenire due gatti delle nevi per recuperare le salme e portarle fino alla piana, per consentire alle ambulanze il trasporto all’obitorio.

I vigili del fuoco sono già all’opera, avvalendosi dell’aiuto di un drone, per eseguire i rilievi fotografici richiesti da Simonetta Ciccarelli, titolare dell’inchiesta aperta dalla Procura per accertare le cause dell’incidente, ma le condizioni di maltempo e la scarsa visibilità dovuta alla nebbia, rendono difficili le operazioni.

Sarà inviato un team tecnico dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo per investigare sulle dinamiche che hanno portato l’elicottero a precipitare al suolo. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso su Twitter il dolore per i soccorritori rimasti vittime dell’incidente, dichiarandosi vicina alle famiglie.