Veneto: al concorso per nuovi maestri, il 53% dei partecipanti è stato bocciato. Su 3410 iscritti solo 1604 hanno superato l'esame. A raccontare l'accaduto al Corriere del Veneto è uno degli esaminatori. La correzione delle verifiche, che ha richiesto mesi, ha lasciato i commissari esterrefatti: errori grammaticali da Scuola elementare, "mostruosità" che hanno addolorato gli esaminatori. Gli aspiranti insegnanti hanno commesso gli stessi strafalcioni che le maestre normalmente correggono, in questo caso dovrebbero correggere, ai bambini della scuola primaria.

Gli errori riscontrati

Sette commissioni, costituite da docenti e presidi, si sono dedicate per mesi alla correzione dei compiti del concorsone per nuovi maestri. Durante l'operazione di valutazione hanno riscontrato degli errori ingiustificabili. Gli esaminatori sono rimasti colpiti, oltre da imprecisioni legate ai contenuti, prevedibili in sede d'esame, dai tantissimi errori grammaticali, estremamente banali, del tipo un'evento (con l'apostrofo), aquistato (senza la c), rattopare (con una sola p), disciendente ( la i di troppo). Strafalcioni di grammatica come questi non sono ammissibili, spiega un commissario, perchè alle elementari i bambini imparano i fondamentali, la grammatica che servirà loro tutta la vita, ed è impensabile che le stesse insegnanti, o aspiranti tali, non abbiano queste conoscenze.

Molti dei candidati non ammessi hanno continuato ad insegnare perchè maestri da diversi anni.

L'appello di 600 docenti universitari

600 docenti universitari hanno presentato recentemente al Governo ed al Parlamento un appello nel quale denunciano le carenze linguistiche, soprattuto grammaticali (errori appena tollerabili in terza elementare), dei propri studenti.

I docenti chiedono l'introduzione di verifiche periodiche durante i primi otto anni di scuola, analisi grammaticale e scrittura in corsivo, dettato ortografico, comprensione del testo e conoscenza del lessico. Queste verifiche, alla fine della quinta elementare e delle scuole medie inferiori, spingerebbero sia gli studenti che gli insegnanti al consolidamento delle competenze di base fondamentali per l'istruzione successiva.