Il decreto Trump sugli immigrati islamici ha rovinato la fine della vacanza di Alessandra, una ragazza veneta di 34 anni.

Prima i sospetti, poi le manette

Alessandra si reca all'Aeroporto di Guanacaste-Liberia per ritornare a casa dopo una vacanza trascorsa nel Centro America. Lì apprende che, a causa di un problema della compagnia aerea, potrà arrivare solo fino ad Atlanta. La informano che, una volta atterrata, dovrà fare nuovamente il check-in per il volo diretto a Londra. Da Londra potrà prendere il volo per l'Italia.

L'aereo parte dall'aeroporto di Guanacaste-Liberia intorno alle 8 del mattino.

Dopo circa 5 ore, l'italiana arriva all'aeroporto di Hartsfield-Jackson. Durante il controllo dei documenti, un agente di polizia di frontiera comincia a nutrire dei sospetti dopo aver visionato il passaporto di Alessandra. In particolare, l'agente nota dei visti di alcuni Paesi arabi quali Libia e Sudan. L'agente si assenta e ritorna dopo qualche minuto. con due poliziotti. La ragazza finisce in manette. Gli agenti di polizia, dopo averle sequestrato tutti i suoi effetti personali, accompagnano Alessandra in una piccola stanza.

L'interrogatorio

Dopo mezz'ora, l'italiana, ancora in manette, viene accompagnata in un'altra stanza più grande e senza finestre. Qui ha inizio un lungo interrogatorio che viene ripreso da una telecamera.

Diverse persone le fanno domande sulla sua vita e sul suo lavoro. La ragazza dichiara di lavorare per una società veneta che opera all'estero. Racconta di essere stata per lavoro in Sudan e in Iran e di avere anche vissuto in Libia per un anno e mezzo circa.

La risposta dei suoi interlocutori è stata: "Strange". Ancora sospettosi, gli ispettori guardano il suo cellulare: messaggi, chiamate e foto.

Tutto viene passato al setaccio (essendo straniera, secondo le leggi americane, Alessandra non ha alcun diritto, nemmeno quello della privacy).

Dopo 7 ore viene rilasciata

La sua versione viene accertata grazie all'intervento del suo avvocato in Veneto, il quale dà agli ispettori i contatti del datore di lavoro della ragazza.

Dopo alcune ore, l'italiana ottiene il via libera. Ad Alessandra è stato inoltre annullato Il permesso ESTA (grazie al quale gli europei non hanno bisogno del visto per entrare negli USA). Prima di lasciare l'America, riceve un ultimo souvenir: una multa di 2850 dollari per avere fatto perdere tempo agli agenti di polizia di frontiera.