unioni civili, ci risiamo. Nonostante sia ormai passato quasi un anno dall'approvazione della legge sulle unioni civili (Legge Cirinnà), continuano le proteste da parte dei gruppi estremisti di destra e dalle associazioni "pro famiglia".
Dopo il caso di il caso di Radio Maria, che diede la colpa del terremoto alle coppie gay e alla senatrice Cirinnà, è la volta adesso di Forza Nuova che a Cesena lo scorso 5 febbraio hanno dato vita, nientedimeno che, ad un "funerale d'Italia" in risposta a "un matrimonio omosessuale" - il secondo celebrato nella città romagnola.
L'iniziativa è stata annunciata tramite l'affissione di alcuni "manifesti funebri" che riportavano il nome dei due sposi: Marco e Matteo, e l'accusa di "aver decretato la fine della nostra civiltà, le nostre tradizioni e della famiglia naturale come unico cardine della nostra società".
C'è da dire che la manifestazione ha suscitato pochissimo interesse da parte della cittadinanza romagnola, come si può vedere dal video pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo, una quindicina in tutto di persone hanno preso parte al corteo -sei delle quali facenti parte dell'organizzazione: una vestita da frate, un'altra da gerarca e quattro a tenere il feretro.
Non è la prima volta che Forza Nuova si presta a simili iniziative per esprimere il dissenso verso le unioni civili: sempre a Cesena infatti, il 25 settembre, fu organizzato un "funerale" per protestare contro il primo matrimonio gay celebrato nel territorio cesenate - mostrando peraltro mancanza di originalità nelle modalità di manifestazione; altra protesta avvenne a Roma, quella volta non venne organizzato alcun corteo bensì ci fu un blitz - dell'allora candidato alle comunali Alessio Costantini - nella sede del gay center del quartiere di Testaccio: il militante ha fatto irruzione al grido: "Le unioni civili non saranno mai legge".
Con molta probabilità le proteste non si fermeranno mai, anzi sono destinate ad aumentare ogni volta che una coppia omosessuale pronuncerà il fatidico "sì"; c'è solo da chiedersi quando queste associazioni che hanno a cuore la famiglia prenderanno coscienza del fatto che le unioni civili non sono la stessa cosa del matrimonio "tradizionale".