La sentenza 5510 emessa dalla Corte di cassazione e depositata lunedì scorso non lascia scampo al marito infedele. Infatti, gli verrà addebitata la separazione.

Una coppia milanese aveva attraversato un periodo di crisi, e nel 2002 ci riprovava dopo la nascita del terzo figlio. Tuttavia, nel 2007, la donna scopre l'infedeltà del marito leggendo gli Sms che l'amante inviava al fedifrago. La relazione extraconiugale intrattenuta da Enrico sarebbe diventata fatale dopo che i messaggini inviati “dall'amica” sono stati ammessi come prova dalla Corte d'Appello di Milano.

La quale ha condannato Enrico al mantenimento di Fabrizia e dei tre figli.

L'appello in Cassazione

Enrico ha cercato di sostenere che la coppia era già in crisi e che la scoperta del tradimento aveva soltanto aggravato una situazione insanabile. Ma non è stato sufficiente, la Corte Suprema ha confermato la sentenza emessa in appello. Aggiungendo che la legge punisce severamente il coniuge che rompe il vincolo del matrimonio, costituendo una circostanza più che sufficiente per addebitare gli oneri del divorzio. Inoltre, il giudice di merito ha ribadito che la coppia aveva già tentato una riconciliazione nel lontano 2002, e che a far venir meno tale riavvicinamento era stata la scoperta dell'infedeltà da parte del marito.

La sentenza

Secondo la Cassazione, Enrico è venuto a violare quanto stabilito dall'articolo 143 del Codice Civile italiano cioè, l'obbligo di fedeltà che deriva dal matrimonio. E pur non tenendo conto che Fabrizia abbia “spiato” casualmente o deliberatamente il telefono cellulare del marito, quest'ultimo dovrà accollarsi l'intero costo del processo e della separazione.

In effetti, la Corte impone ad Enrico il versamento mensile di euro due mila per il mantenimento dell'ex moglie, e mille euro mensili per ciascuno dei tre figli. Nonché al pagamento totale delle spese straordinarie che la coppia abbia concordato.

Infine, la acuta discordanza tra gli ex coniugi ha fatto sì che la madre ottenga la custodia dei figli minorenni.