La Global Peace Index si occupa di analizzare il livello di pericolosità presente in tutti i paesi del mondo ed ecco che, su un'iniziativa dell'Istitute for Economics and Peace, è stata successivamente creata una mappa geografica che mostra l'indice di pericolosità in 163 nazioni, ovvero il 99,7 % della popolazione mondiale.
Ecco i criteri che sono stati tenuti in considerazione
Sono stati presi in considerazione 23 diversi criteri di valutazione, tra i quali l'influenza del terrorismo, l'indice di criminalità, quanto sia stabile politicamente uno Stato, le guerre con le conseguenti spese militari: questi diversi fattori danno vita ad una scala cromatica suddivisa in 5 livelli, che va dalle zone più tranquille, considerate di altissimo grado di sicurezza, contrassegnate con il colore verde scuro, fino ad arrivare alle zone considerate di altissimo grado di pericolosità, segnate in rosso.
Tra i due livelli si trovano le zone cosiddette intermedie, evidenziate in giallo.
Quali sono le nazioni più tranquille e quali le più pericolose?
Guardando questa scala possiamo notare che i paesi più pacifici, con maggior grado di sicurezza, sono l'Islanda, la Danimarca, l'Austria, la Nuova Zelanda, il Portogallo, la Repubblica Ceca, la Svizzera, il Canada e il Giappone. Sono da considerarsi invece tra i più pericolosi molti paesi del centro Africa, alcuni del Medio Oriente ed un'estesissima parte delle nazioni dell'Asia, soprattutto quelle a nord.
L'Europa, dal canto suo, mantiene la leadership della classifica riguardante i continenti, dimostrandosi il migliore dal punto di vista della sicurezza, nonostante abbia perso qualche punto in confronto allo scorso anno, per via della Turchia, la quale zona viene ritenuta fortemente instabile.
Secondo i dati analizzati emerge il fatto che tutta questa violenza, oltre alle numerose vittime, i molteplici feriti e le continue distruzioni di case e quant'altro, porta via con sé una somma di denaro equivalente al 13,3 % del Prodotto Interno Lordo mondiale.
In questa speciale classifica l'Italia si va a collocare alla trentanovesima posizione: i fattori che hanno contribuito ad abbassare particolarmente la posizione sono stati l'alto tasso di criminalità percepita, portata da una rilevante militarizzazione, l'esportazioni di armi e le azioni di criminalità violenta che talvolta si presentano sul nostro territorio.