La Guardia di Finanza sta continuando ad indagare sull’inchiesta che ha portato in carcere per corruzione Walter Pardini, ex direttore dell’agenzia delle entrate di genova e i rappresentanti della Securpol, un’azienda napoletana con un contenzioso tributario di 20 milioni di euro. Dopo l’arresto di Walter Pardini e altre tre persone all’uscita del ristorante Manuelina di Recco, i quattro sono stati portati in carcere dove si trovano ancora, perché c’è rischio che uscendo possano inquinare le prove o addirittura fuggire. Oltre alla Securpol ci sarebbe un’altra azienda coinvolta nell’inchiesta, che si occupa di raccolta di rifiuti e che avrebbe trasferito la sede a Genova nei mesi scorsi, proprio come la Securpol, che da Roma si è spostata in Liguria senza nessun valido motivo.
La vita lussuosa di Walter Pardini
Grazie a uno stipendio decisamente cospicuo che si può desumere dal sito ufficiale dell’agenzia delle entrate, Walter Pardini aveva altre fonti di reddito che gli consentivano una vita molto agiata. L’ex direttore provinciale dell’agenzia delle entrate di Genova gestiva alcuni investimenti immobiliari in Kenya, anch’essi non del tutto trasparenti, da quanto si può leggere sul quotidiano genovese Il Secolo XIX. Durante i numerosi soggiorni a Napoli per lavoro e non, il direttore era ospitato nei locali più prestigiosi della città, spesso invitato dai rappresentanti della Securpol. Le intercettazioni telefoniche hanno messo in luce che l’allora direttore dell’agenzia delle entrate di Genova ha telefonato ad un numero di Napoli per cercare di negoziare un debito con il fisco di 26 milioni di euro.
Gli stessi dipendenti dell’agenzia delle entrate sono rimasti molto perplessi quando il loro direttore ha detto che sarebbe stato comunque sufficiente incassare solamente 2 milioni, una cifra assurda considerando le numerose fatture false e le irregolarità emerse dalle indagini.
Le intercettazioni telefoniche e i filmati della Guardia di Finanza
La telefonata tramite tra quale Pardini ha proposto alla Securpol di sanare il debito versando 2 milioni di euro è avvenuta tra lo stesso ex direttore e Stefano Quaglia, commercialista genovese che ha facilitato tutta l’operazione. La sera del 10 aprile nello studio di Walter Pardini si sono trovati i due commercialisti Massimo Alfano e Francesco Canzano insieme all’avvocato Luigi Pelella, rappresentante di Forza Italia ed ex funzionario dell’agenzia delle entrate. In quell’occasione Quaglia ha ricevuto due buste bianche contenenti 10 milioni di euro.