Dopo la recente sentenza della Corte d'appello di Torino numero 1049 del 21 Giugno 2016, che ha visto soccombere in sede civile sia il Comune di Torino che il Ministero dell'Istruzione e che ha sancito il cosiddetto diritto al panino libero per tutti, un po' in tutta Italia, ma specialmente al Nord, si stanno verificando casi di genitori che non mandano i figli alla mensa scolastica, facendoli quindi risultare assenti. O, addirittura, cancellandoli proprio dal servizio mensa.
Solo nella città di Torino, fino ad oggi, su 30mila alunni iscritti inizialmente al servizio, come riporta la Repubblica, quasi il 20% ha ritirato la propria iscrizione.
Forse è il caso più eclatante, ma non è il solo. Rispetto a Torino ci sono numeri molto più contenuti, ma indicativi di una tendenza in atto che è probabilmente destinata a crescere, se non verranno predisposti dei seri correttivi. Infatti, sempre al Nord, a Verona, città che conta circa 12 istituti scolastici, i ritiri dalla mensa sono stati un centinaio. In Liguria, solo a Genova, su circa 20 mila iscritti le defezioni sono state una novantina.
Ma, come dicevamo, la protesta non è rimasta confinata al Nord. Ad esempio, a Napoli è addirittura nato un comitato promotore, denominato 'Mensa libera', che ha presentato un ricorso contro l'Istituto Vanvitelli al Vomero. Nella provincia di Roma, precisamente a Fiumicino, ma anche a Cerveteri, fino ad ora, i bambini coinvolti sono circa 50.
Questione di principio o vi sono altri interessi in gioco?
Soprattutto da quando è stata emessa la sentenza della Corte d'appello di Torino, molti genitori hanno fatto del diritto di decidere sui pasti dei figli, diritto sacrosanto, una questione di principio, secondo l'assessore alla Scuola del Comune di Torino, Federica Patti.
D'altra parte, il servizio mense scolastiche è una voce "in entrata" importante per molti istituti scolastici e di riflesso per i Comuni, tale che un buco di una certa rilevanza in questo comparto potrebbe metterne in difficoltà alcuni.
Se i Comuni sono preoccupati, più che altro, del lato economico, i genitori hanno a cuore la salute dei propri figli e puntano ad un miglioramento della qualità del servizio.
Ecco perché il Ministero dell'Istruzione in collaborazione con il Ministero della Sanità sta predisponendo un tavolo tecnico per valutare proposte di modifica delle linee guida sul servizio pasti nella scuola pubblica.
Certamente, per far rientrare la protesta occorre trovare il giusto equilibrio tra buoni pasti e costi accessibili. Intanto, però, la battaglia va avanti.