Da un mese circa, precisamente il 16 febbraio scorso, si sono concluse le procedure di iscrizione degli studenti e alunni al nuovo anno scolastico che partirà a settembre. E, anche quest'anno, come documenta un articolo sull'edizione online del Fatto Quotidiano, molti di noi genitori si sono trovati a dover pagare, oltre alle normali Tasse d'iscrizione, previste per legge, un ulteriore balzello, variabile da poche decine di euro anche fino a 200€, richiesto dall'istituto scolastico per poter procedere all'iscrizione.

Nella selva di tributi, tasse e balzelli con cui siamo tartassati, si può dire, quasi quotidianamente, molti di noi neanche ci fanno più caso.

E anche se notano l'incongruenza, difficilmente, per amore dei propri figli, si mettono a protestare onde evitare ripercussioni indesiderate sui bambini.

In molti casi, anche se fortunatamente non nella maggioranza dei casi, gli istituti scolastici utilizzano questi escamotage per poter far fronte alla carenza di fondi a disposizione per la varietà dell'offerta formativa. Peccato, che come fa notare il Fatto Quotidiano e come messo più volte in chiaro dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca scientifica, questi contributi sono leciti solo se volontari. Mentre al contrario vengono presentati come obbligo.

Per di più il Ministero ha più volte, nel corso degli anni, invitato, mediante proprie circolari, i dirigenti scolastici ad evitare simili comportamenti.

Ma queste sono state clamorosamente disattese. Anche perché i contributi richiesti dalle istituzioni scolastiche, nel corso del tempo, hanno assunto diverse vesti: dai contributi per l'acquisto del materiale didattico, al versamento di una piccola quota annuale per il pagamento di un premio assicurativo contro gli infortuni a Scuola, ecc.ecc.

La nostra Costituzione salvaguarda il diritto allo studio.

La Costituzione è la norma fondamentale del nostro ordinamento giuridico a cui si ispirano tutte le altre leggi e con la quale non possono in nessun caso contrastare.

E l'articolo 34, nella fattispecie, dichiara: "La scuola è aperta a tutti. L' istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".

Come si vede e si legge, quindi è l'istruzione ad avere la duplice caratteristica di essere obbligatoria e gratuita e i dirigenti scolastici, che per di più nel loro istituto fungono da pubblici ufficiali, si devono adoperare per garantire la piena attuazione di questo diritto e non, come evidenziato dall'articolo del Fatto Quotidiano, operare contro di esso. Poiché questa sarebbe una violazione del loro dovere d'ufficio, denunciabile, come è già stato fatto in alcuni casi, al Provveditorato agli studi.

Come anche documenta l'articolo del Fatto.

Speriamo che tutti i genitori italiani comincino a prendere coscienza di tali comportamenti, quantomeno, scorretti e si comportino di conseguenza. E speriamo che anche il Ministero competente vada al di là delle mere dichiarazioni di principio e prenda provvedimenti seri contro questi esempi di mala gestione.