A distanza di due mesi dai fatti per i due dipendenti della lidl di Follonica che chiusero dentro il gabbiotto delle merci difettate due donne di origine rom scoperte a rovistare è arrivato il licenziamento. I due commessi avevano filmato la scena, dove si vede una delle due donne gridare terrorizzata, e avevano passato il video a dei loro amici, ma qualcuno lo ha divulgato sul web scatenando un pandemonio di polemiche. La perdita del posto di lavoro ha spinto Ramon Zurita - uno dei due commessi rimasti senza lavoro - a rompere il silenzio che aveva mantenuto fino ad oggi, per spiegare le proprie ragioni.

Per farlo si è affidato ad un lungo post su Facebook che è immediatamente diventato virale.

Lo sfogo di uno dei licenziati

Zurita esordisce spiegando di essere rimasto in silenzio fino ad oggi per rispetto della società e nella speranza di essere reintegrato nel suo posto di lavoro. "Ho rifiutato di partecipare a numerose trasmissioni televisive disposte a pagarmi profumatamente", spiega rivolgendosi a quanti hanno sostenuto che fosse in cerca della ribalta mediatica. Poi passa ad illustrare le sue ragioni, iniziando con un chiarimento sulla merce presente nel gabbiotto dei rotti: "buttiamo via roba buona, e vi assicuro che ne gettiamo moltissima" spiega con una certa vena polemica, evidenziando come non venga regalata ad enti caritatevoli.

"I responsabili ci hanno sempre detto che se avessimo gettato via la merce dinnanzi ad estranei ci avrebbero licenziato in tronco".

Dopo lo sfogo nei confronti del supermercato tira in ballo la donna Rom protagonista della vicenda: "Margherita e altre persone di origine rumena e italiana caricavano la merce su un furgone per andare a rivenderla a persone più povere di loro".

Poi racconta come i questuanti si recassero nei pressi del supermercato sin dalle sei del mattino, in corrispondenza con l'inizio del turno dei dipendenti, per svolgere dei lavoretti come la pulizia del parcheggio del supermercato o il cambio dei sacchi dell'immondizia, cose che l'azienda aveva proibito.

Le accuse alla direzione della Lidl

Il commesso racconta che quando usciva nel piazzale per gettare via qualcosa veniva preso d'assalto dai questuanti, che arrivavano a spintonare e minacciare pur di impadronirsi della merce. La situazione era tale che le donne preferivano evitare questa mansione, spesso delegata ai due ragazzi licenziati. Inoltre si verificavano frequenti furti, tanto che lui personalmente sarebbe stato costretto a sostituire varie volte il lucchetto che chiude il gabbiotto, che veniva divelto. "Tutte cose che di cui i dirigenti Lidl sono al corrente da anni, ma non hanno mai preso alcun provvedimento". Zurita racconta che quando intervenivano le forze dell'ordine allontanavano i mendicanti, ma questi appena i Carabinieri se ne andavano tornavano a disturbare i clienti.

"L'azienda ci suggeriva di risolvere il problema gettando la candeggina sulla merce, in modo da renderla inservibile ed evitare che questi personaggi venissero a prenderla"

La vicenda del video

Dopo essersi tolto qualche sassolino dalla scarpa Zurita affronta la questione del video. "Si trattava di uno scherzo, per quanto stupido, inoltre non erano chiuse dentro perché nel gabbiotto ci sono due porte. Dopo il video le due donne sono entrate nel supermercato e scherzando ci chiedevano se erano venute bene nel video".

Sostiene che nei minuti in cui è stato girato il video lui era in pausa, e spiega come è finito in rete il filmato: "Io ho pubblicato il video all'interno di un gruppo WhatsApp visibile esclusivamente a 24 colleghi della Lidl".

A renderlo pubblico e divulgarlo sui social sarebbe stato un membro del gruppo, che non è stato ancora identificato. Zurita afferma di aver sporto querela, e annuncia che intende chiedere un cospicuo risarcimento a colui che ha diffuso il filmato sui social, scatenando il putiferio. Conclude rigettando le accuse di quanti hanno bollato la vicenda come "episodio razzista": "Sono mezzo sardo e mezzo peruviano, sono mulatto, figuriamoci se posso essere razzista".