Oggi, alle prime ore dell'alba i militari del nucleo di polizia tributaria si sono recati in via Giulia, sede del ristorante dei vip Assunta Madre e lo hanno posto sotto sequestro. L'accusa, per il proprietario Gianni Micalusi e i figli è riciclaggio e auto riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Il locale, in pieno centro storico, e adiacente alla sede della Direzione Nazionale Antimafia è famosissimo per essere meta abituale di politici, calciatori e attori, immerso com'è in una location esclusiva e suggestiva.

Oltre a Johnny e ai figli, risultano essere stati arrestati anche un commercialista e un direttore di banca.

Per tutti, il procuratore Michele Prestipino, che coordina le indagini, ha formulato l'accusa, come dicevamo, di riciclaggio, ma anche di intestazione fittizia di beni, ora anch'essi posti sotto sequestro.

Gianni Micalusi, imprenditore dal passato ambiguo

Gianni Micalusi, detto Johnny, è un uomo dal presente e dal passato molto particolare. Imprenditore ittico della provincia di Latina, ha saputo diversificare la sua attività esportando il proprio brand sia in altre località italiane (Milano e Porto Cervo) sia all'estero (Barcellona e Londra). Ma ha avuto anche frequentazioni e conoscenze con esponenti della Banda della Magliana. Non è neanche nuovo a questo tipo di esperienze. Infatti, già nel 2007 le Fiamme gialle gli sequestrarono il patrimonio e i beni con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura e attività finanziaria abusiva.

Cinque anni prima era stato colto a parlare al telefono di titoli di credito con Enrico Terribile, esponente della Banda della Magliana. E ancora, nel 2014, era stato posto sotto sorveglianza dalla Guardia di Finanza e, successivamente, indagato per riciclaggio.

Il ristorante dei vip frequentato anche da boss della malavita

Ora questa nuova tegola, mentre era in fase di start up un nuovo locale della catena in quel di Montecarlo.

Il marchio, infatti, è forte ed affermato, ma finisce spesso sulle prime pagine dei giornali. Qui sono stati "pizzicati" grossi calibri della malavita, come Michele Senese, detto O' Pazzo, camorrista ed esponente di spicco della criminalità della capitale. Ma le cimici degli investigatori hanno colto anche conversazioni più elevate, come quella tra Vincenzo Macaluso e Alberto dell'Utri su dove ospitare il fratello di quest'ultimo, Marcello, che era in attesa della sentenza della Cassazione nel processo per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Ma qui sono passati un po' tutti, da Beppe Grillo a Vincenzo Montella, da Massimo d'Alema a Fausto Bertinotti. ma anche attori come Al Pacino. Ora, purtroppo per Micalusi, la festa sembra finita.