Da città dormitorio Settimo Torinese, 50mila abitanti, con un alto numero di tossicodipendenti, si era risollevata. È stata potenziata la biblioteca multimediale e si è candidata a capitale italiana della cultura 2017. E proprio nella zona del centro multimediale è accaduto un terribile infanticidio. Ha confessato nella notte la donna italiana di 34 anni, che ha abbandonato in strada il figlio appena partorito. Torchiata nella caserma di Settimo, ha parlato.
I successi della Procura di Ivrea
Le indagini coordinate dall'esperto Giuseppe Ferrando, capo della Procura di Ivrea, che ha esteso da un lustro la sua competenza fino alle porte di Torino, e dai Carabinieri della Compagnia di Chivasso, da cui dipende la stazione di Settimo, quasi sempre vanno a buon fine.
Questa è la Procura che ha fatto condannare Carlo De Benedetti per la morti d'amianto all'Olivetti. Questi inquirenti hanno recentemente fatto portato Gabriele De Filippi a confessare l'omicidio dell'insegnante Gloria Rosboch. E sempre questi inquirenti hanno piazza pulita della n'drangheta nella zona, facendo parlare i pentiti.
Settimo Torinese, la notte della verità
Tornando all'infanticidio di lunedì a Settimo Torinese, l'accusa per la donna che ha confessato è di omicidio aggravato, sicuramente dal vincolo di parentela. Poi sembra che il neonato sia stato buttato giù dal balcone. In questo caso, l'aggravante è la crudeltà. Solo la scelta del rito abbreviato eviterebbe la condanna all'ergastolo.
Cosi hanno fatto Annamaria Franzoni e Paolo Stroppiana, al centro di processi dalla grande eco presso il Tribunale di Torino. Nulla hanno potuto fare per salvare il piccolo l'operatore ecologico che l'ha rinvenuto e i medici dell'ospedale infantile Regina Margherita.
Le confuse dichiarazioni dell'infanticida
Gli inquirenti hanno trovato confuse le dichiarazioni dell'infanticida, come del resto confuse erano parse le dichiarazioni di Annamaria Franzoni dopo la mattanza del piccolo Samuele a Cogne.
Inevitabilmente, il crudele infanticidio riporta alla mente i casi di Cronaca Nera che hanno fatto più scalpore mediatico in tempi recenti a Torino.
I precedenti casi in Corte d'Assise
È notizia di oggi che il pm Vittorio Corsi, che ha sostenuto l'accusa in II grado per il caso Cogne, sta andando in pensione. Nessuno meglio di lui sa che i peggiori malviventi fingono di non ricordare i delitti e, nella vita di tutti i giorni, appaiono normali.
Per la Franzoni, gli psichiatri forensi hanno ipotizzato un disturbo crepuscolare di personalità che le faceva rimuovere l'orrendo delitto. Fosse stata sottoposta a perizia psichiatrica, la mamma di Cogne avrebbe evitato il dibattimento in Corte d'Assise. L'avvocato Taormina, con cui la Franzoni in seguito è andata anche in causa, non è riuscito a convincerla a farsi visitare, l'unico modo per essere giudicata incapace di intendere e di volere e, quindi, essere assolta. Ma di fronte aveva il pm Vittorio Corsi, che ha fatto pure condannare Paolo Stroppiana per l'omicidio a sfondo sessuale di Marina Di Modica.
I peggiori malviventi fingono di non ricordare i delitti e nella via di tutti i giorni, vivono normalmente.
Anche Paolo Stroppiana ha continuato il suo rispettabile lavoro di filatelico, pur essendo sospettato di aver ucciso in precedenza la collega Camilla Bini. Racconta il pm Ferrando, ricordando il comportamento di Annamaria Franzoni: "Quando il piccolo è stato trovato in strada, anche lei si è affacciata al balcone, guardando quello che stava accadendo". Come la Franzoni ha fatto con il figlio maggiore, anche la settimese si poi è rimessa in sesto, accompagnando a scuola la prima figlia.
Solo la perizia psichiatrica la può salvare
La donna nemmeno dopo la notte sotto torchio nella caserma dei Carabinieri sembra essersi resa conto che per lei si aprivano le porte del carcere e voleva tornare a casa.
Non riuscivano a crederle, quando ha ammesso di essere andata in bagno a partorire. Nella sua ingenuità ha anche rivelato di non essersi mai sottoposta a visite mediche e di avere continuato ad avere le mestruazioni. Non pensava di essere incinta. Per lei si prospetta una lunga vicenda giudiziaria. Se difesa da buoni avvocati, si sottoporrà a una perizia psichatrica per essere dichiarata incapace di stare a giudizio, davanti alla giuria popolare della Corte d'Assise, norma mai modificata del Codice penale italiano e attenuante quasi sempre accolta nella sentenze. Basti ricordare a questo proposito il caso dell'italo-algerino Hocine Bonacci, scagionato dall'omicidio della madre proprio per incapacità di stare a giudizio.