Il kamikaze che ieri si è fatto esplodere durante il concerto di Ariana Grande all'arena di Manchester ha tolto la vita a 22 persone. L'identità di molte di loro non è stata ancora accertata. Le ore passano cariche di angoscia, mentre le autorità cercano di scoprire i nomi delle giovani vittime dell'attentato terroristico. Ragazzine come Georgina Bethany Callander e Saffie Rose Roussos, due dei ventidue morti identificati dell'attacco di Manchester. Ecco le loro storie.

La strage dei giovanissimi

Quando hai solo 18 anni sei carica di energia, di sogni, di vita, cullata dalla spensieratezza dell'adolescenza.

Era cosi anche per Georgina Bethany Callander, la prima delle vittime della strage di Manchester ad essere identificata. E' il sito del giornale britannico Indipendent a raccontarci la sua storia. Gina, come la chiamavano gli amici, era felicissima di andare a vedere dal vivo la sua cantante preferita, Ariana Grande, come lei stessa scriveva sul suo profilo twitter. Vantava con orgoglio la foto fatta due anni prima con la popstar americana, un'immagine che è già simbolo della tragedia di Manchester. Da quanto ricostruito dalla stampa inglese, Georgina sarebbe rimasta gravemente ferita dall'esplosione durante il concerto ed è morta in ospedale con la madre al suo fianco. Molti dei suoi amici hanno scelto i suoi profili sociale per darle l'ultimo saluto, pubblicando messaggi carichi di incredulità e cordoglio per una morte che a 18 anni fai troppa fatica a comprendere.

E' l'indegna follia del terrorismo che porta i soldati dell'Isis a colpire obiettivi indifesi, come il pubblico del concerto di Ariana Grande. Un pubblico di giovanissimi che nulla sanno e nulla hanno a che vedere con l'orrore delle bombe e della guerra. Lo sapeva bene il kamikaze che ha scelto l'arena di Manchester per consegnare al mondo l'ignobile messaggio di morte dello Stato Islamico.

Non ha esitato ad azionare il detonatore quando ha visto la platea formata da teenager e bambini.

Bambini come Saffie Rose Roussos, che con i suoi 8 anni è la vittima più giovane dell'attentato. In un primo momento la piccola era stata per dispersa, lasciando accese le speranze della famiglia. Poi l'agghiacciante notizia: il corpo di Saffie è stato identificato tra i ventidue morti dell'attacco terroristico. Uno shock per la famiglia, per il Regno Unito e per il mondo intero, che conosce ancora una volta la bestialità degli jihaidisti dell'Isis.