Un altro 'pezzo storico' della guerra fredda se ne va, quasi in punta di piedi. Zbigniew Brzezinski è morto all'Inova Fairfax Hospital, in Virginia. Aveva compiuto 89 anni lo scorso 28 marzo. A renderlo noto la figlia Mika, nota giornalista, che ha postato la notizia sulle sue pagine Instagram e Twitter. "Mio padre si è spento in pace, la scorsa notte".

Nemico giurato dell'URSS

Zbigniew Brzezinski era nato a Varsavia, in Polonia, il 28 marzo 1928. Figlio di un diplomatico polacco, Tadeusz Brzezinski, si era trasferito negli Stati Uniti dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Nel 1958 aveva ottenuto la cittadinanza americana. Negli States aveva conseguito la laurea alla McGill University e, in seguito, aveva fatto il dottorato nella prestigiosa Harvard. Durante la presidenza di Jimmy Carter, dal 1977 al 1981, è stato Consigliere per la sicurezza nazionale e, nel corso suo operato nello staff della Casa Bianca, si era distinto per le sue posizioni di 'assoluta intransigenza' nei confronti dell'URSS. Tra le sue principali iniziative contro i sovietici, il supporto militare ed economico ai mujahiddin alla fine degli anni '70, nel periodo caratterizzato dall'invasione sovietica in Afghanistan. Un provvedimento nato con l'obiettivo preciso di aiutare i combattenti locali nelle azioni di guerriglia intraprese contro Mosca, evitando dunque che l'influenza sovietica si espandesse in Asia centrale.

Sul conflitto russo-afghano, in particolare, Brzezinski aveva scritto uno dei suoi libri più famosi, 'La grande scacchiera', in cui aveva esposto chiaramente l'idea che gli Stati Uniti non dovessero consentire a nessun altro Paese di estendere la propria egemonia nel continente asiatico.

'America in declino'

Tra gli ultimi interventi di Zbigniew Brzezinski, c'è un articolo da lui scritto lo scorso anno.

L'ex Consigliere per la sicurezza nazionale aveva fatto una riflessione sugli equilibri geopolitici che sti stavano delinando durante l'ultimo anno dell'amministrazione Obama. Secondo il parere delll'anziano politico espresso nel 2016, "la potenza americana nel mondo è in declino, la supremazia si è indebolità perché ci sono nuovi 'player geopolitici' che tengono testa agli Stati Uniti".

Il riferimento era ovviamente alla Russia ed alla Cina, pertanto Brzezinski considerava "prioritario" impedire a russi e cinesi di stringere un'alleanza, ed "essenziale" tenere l'Europa lontana dall'influenza di Mosca e Pechino.