Notizie preoccupanti arrivano dallo Yemen, colpita già da mesi da una forte carestia. Medici senza Frontiere ha denunciato un aumento dei casi di colera e diarrea acquosa, che può portare ad un collasso del sistema sanitario. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia l'aumento vertiginoso dei casi sospetti, che sono passati dagli 11.000 registrati il 14 maggio, a più di 23.500 registrati il 19 maggio.

L'organizzazione Medici senza Frontiere spinge sulle richieste di nuovi aiuti e di rinforzi “urgenti e adeguati” per far fronte ad un'emergenza simile.

Attualmente la malattia è diffusa in 18 dei 22 governatorati del Paese e solo 3.092 pazienti di 4 centri e 9 unità sanitarie sono stati effettivamente curati.

La carestia dello Yemen

La causa delle malattie partono dalla carestia sofferta da questo Paese, a seguito della guerra civile che lo dilania da circa due anni. Il conflitto, scoppiato nel 2015, vede protagoniste due fazioni politiche, che rivendicano il proprio potere governativo. Secondo le statistiche dell'ONU, a causa della guerra civile sono morte fra le 7.440 e le 16.200 persone fra il marzo 2015 e l'aprile 2016, di cui la gran parte civili.

Il conflitto ha generato, quindi, scarsità di cibo e di condizioni igieniche, oltre che due terzi della popolazione si ritrova senza l'accesso ad acqua potabile, ma solo ad acqua contaminata.

Gli ospedali, inoltre, si ritrovano a corto di medicinali e il personale a rischio, a sua volta, di contagio.

Attualmente lo Yemen si ritrova ad affrontare la più grave epidemia di colera del decennio e le statistiche parlando di circa 115 morti e quasi 9000 nuovi casi in sole due settimane.

L'appello di Medici Senza Frontiere

L'organizzazione ha lanciato un forte appello verso tutto il mondo, essendo oramai necessari sempre più aiuti per evitare un totale collasso del sistema sanitario yemenita. Ghassan Abou Chaar, capo missione di Msf in Yemen, ha sottolineato come l'epidemia stia attaccando sempre più rapidamente e in modo incontrollato tutta la popolazione, specialmente i bambini.

Inoltre, ricorda che per fermare il contagio non è solo necessario curare il malato che raggiunge l'ospedale, ma “bisogna anche affrontare l'origine della malattia, migliorando l'acqua e l'igiene e lavorando nelle comunità per evitare nuovi casi”.

L'appello dei ribelli

Contemporaneamente da Sana'a, controllata dai ribelli Houthi, le autorità hanno chiesto nuovi aiuti alla comunità internazionale e hanno ammesso che il sistema sanitario della città “è incapace di contenere questa catastrofe”. In questa parte dello Yemen, infatti, scarseggiano le strutture mediche, per lo più appoggiate da organizzazioni internazionali come Medici senza Frontiere, e i blocchi imposti dalla coalizione sunnita impediscono l'arrivo a mezzi di rifornimento.