L’eccezionale assenza di fenomeni piovosi, che ha costretto il governo Gentiloni a decretare lo stato di emergenza nelle province di Parma e Piacenza, coinvolge un po’ tutta l’Italia, Roma compresa. A causa della totale mancanza di precipitazioni, con le previsioni per i prossimi giorni che parlano di ‘caldo africano’ e siccità perdurante, nel primo pomeriggio di oggi, 22 giugno, il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, è stata letteralmente costretta a firmare un’ordinanza che ha lo scopo di regolamentare l’utilizzo da parte dei cittadini dell’acqua potabile proveniente dalla rete idrica comunale gestita da ‘Acea-Ato 2’.

Un provvedimento estremo, giustificato da un clima estremo che costringe al razionamento dell’acqua la città famosa da millenni per i suoi acquedotti e dal 1874 per le sue tipiche fontanelle conosciute con il nomignolo di Nasoni.

I Nasoni restano aperti, per il momento

Dunque, secondo quanto si apprende con la lettura dell’ordinanza, la chiusura dei Nasoni non è in questo momento un tema all’ordine del giorno. Il razionamento dell’acqua potabile deciso dalla giunta M5S riguarderà esclusivamente l’utilizzo del prezioso liquido per scopi diversi da quelli definiti “domestici e sanitari”, compresi i “servizi pubblici di igiene urbana” (voce che dovrebbe comprendere anche i ‘nasoni’. La limitazione, invece, riguarderà l’uso di acqua potabile per irrigare orti, terreni e giardini, per riempire piscine più o meno gonfiabili, per lavare autovetture o per un non meglio precisato “uso ludico che non sia quello del servizio personale”.

Previsti controlli e sanzioni sul territorio da parte della Polizia Municipale.

Le motivazioni dell’ordinanza

L’ordinanza firmata dalla Raggi, in vigore su tutto il territorio di Roma Capitale fino all’1 settembre, è stata resa necessaria, spiegano dal Campidoglio, dalle perduranti condizioni climatiche di siccità che stanno affliggendo tutto il territorio nazionale.

La pioggia caduta sulla città, in quantità “nettamente inferiore alle medie stagionali”, produce una contemporanea diminuzione delle risorse idriche e aumento di consumi di acqua potabile. Le ordinanze firmate, non solo dalla Raggi, ma da tutti i Primi Cittadini dei Comuni del Lazio, ha lo scopo principale di “preservare il livello delle acque del lago di Bracciano”, calato notevolmente negli ultimi anni a causa, molto probabilmente, dei cambiamenti climatici.