A Castelnuovo Don Bosco, dove venerdì scorso sono state trafugate le reliquie di San Giovanni Bosco, tutto ancora tace, nonostante le ricerche delle forze dell'ordine. Chi ha trafugato parte del suo cervello custodito in una preziosa teca, dietro all'altare nella Basilica di Castelnuovo, non era un ladro di professione, avendo lascito sul posto la teca.

La visita del Papa

Due anni fa ricorreva il bicentenario dalla nascita nella frazione Becchi di Castelnuovo Don Bosco, del santo noto nel mondo come il santo degli oratori e dei giovani. Papa Bergoglio, originario di un paese vicino, era stato in visita a Castelnuovo, dove si attendeva da tempo la visita di un pontefice, più volte annunciata.

Quando Papa Francesco vi si è recato, preoccupava la crisi migratoria. I luoghi natali del santo sociale per eccellenza non erano stati scelti a caso per l'appello umanitario ad accogliere i Rifugiati. Era stato una delle prime prese di posizione politiche, viste l'assenza delle istituzioni sull'emergenza migranti.

Don Bosco si era pronunciato più volte in favore della permanenza di papa Pio IX a Roma, dopo la Breccia di Porta Pia e contro le Leggi Rattazzi per la riforma della scuola cattolica. Allo stesso tempo era l'interlocutore privilegiato dei protestanti, dimostrando spirito di tolleranza.

Un atto sacrilego

L'atto è oltremodo sacrilego, fortemente riprovato nella comunità religiosa. Penalmente è furto aggravato, poiché la refurtiva è sacra e destinata al culto.

Don Cereda, vicario del Rettor maggiore dei Salesiani, spiega: "Il significato di una reliquia di un santo è offrire un elemento visibile e tangibile per favorirne l'invocazione e l'imitazione".

Si pensa che il ladro sia un feticista o l'adepto di una setta satanica. Il mercato di reliquie avviene spesso on line. Prima delle reliquie di Don Bosco erano già state trafugate quelle di un suo discepolo, San Domenico Savio dalla chiesa a Porta Palazzo a Torino, Maria Ausiliatrice, poco distante del primo oratorio fondato dal santo di Castelnuovo: il Valdocco.

Le dichiarazioni di don Luca Barone

"Il furto della reliquia di don Bosco è un atto di profonda miseria morale che ci addolora" ha affermato don Luca Barone, direttore del Colle don Bosco, ai fedeli presenti ieri mattina alla Messa nella basilica superiore di Colle Don Bosco, ribadendo le parole pronunciate ieri dall'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Il fondatore dell'ordine dei Salesiani era un santo che sapeva trasmettere il suo spirito caritatevole ed il furto delle sue reliquie è a dir poco vergognoso e inaudito.