Non importa che abbia fatto morire molte persone e sia stato l'artefice di tante stragi. Totò Riina, in carcere da molti anni, ha diritto a morire dignitosamente. Lo ha sottolineato nelle ultime ore la Corte di Cassazione. Secondo gli ermellini, ogni detenuto ha il diritto a una morte dignitosa, a prescindere dalla sua crudeltà. I magistrati non hanno negato lo 'spessore criminale' di Riina ma hanno spiegato che si dovranno verificare la sua pericolosità e le sue condizioni di salute. Tali informazioni serviranno al Tribunale di sorveglianza per decidere se accogliere o meno la richiesta di differimento della pena che, finora, è stata sempre rigettata.
Il 'Capo dei Capi' vicino ai domiciliari
Salvatore Riina, lo spietato 'Capo dei Capi' dietro alla maggior parte delle stragi italiane, potrebbe anche finire ai domiciliari. La Cassazione, per la prima volta, ha accolto l'istanza del difensore del leader di Cosa Nostra, che chiede il differimento della pena per il suo assistito o, in alternativa, la detenzione domiciliare. Sarebbero in primis le pessime condizioni di salute del mafioso alla base di un eventuale differimento della pena. Secondo i giudici d'Appello, Totò Riina poteva tranquillamente restare in carcere sebbene la sua salute non fosse proprio al top. Per gli ermellini non è così: bisogna accertare, in sostanza, se la vita in carcere determini una sofferenza così forte da oltrepassare la 'legittima esecuzione di una pena'.
La Cassazione contesta ai magistrati di secondo grado di non aver indicato le motivazioni secondo cui è stata ritenuta compatibile con il senso di umanità della pena la detenzione in carcere di un 86enne, che ha due tumori ai reni ed altre patologie. L'equilibrio psicofisico dell'anziano, inoltre, sarebbe altamente compromesso.
Salvatore Riina, secondo la Suprema Corte, potrebbe restare vittima, da un momento all'altro, di eventi cardiovascolari letali per via di una patologia cardiaca che lo assilla da tempo.
Riina non è più pericoloso?
La Cassazione non approva la decisione dei giudici di secondo grado di Bologna e sottolinea il diritto di ogni detenuto di morire dignitosamente, anche se ha ucciso moltissime persone.
Ormai, per gli ermellini, Riina è anziano e malato, quindi non rappresenta più un pericolo per la collettività. Riuscirà l'avvocato di Totò Riina ad ottenere la detenzione domiciliare per il suo assistito? Riuscirà quello che per molti è ancora il numero uno di Cosa Nostra a tornare a casa ed evitare il carcere?