Tra una settimana avrebbe compiuto il suo primo anno di vita. Quella candelina Charlie Gard non la spegnerà mai per il dolore dei genitori che hanno lottato per mesi per salvarlo da un terribile male. Il piccolo è morto poche ore dopo il trasferimento all'hospice. La triste notizia è stata ufficializzata dalla mamma: 'Il nostro bellissimo ragazzino è volato via, siamo così orgogliosi di te Charlie'. Per undici mesi i genitori hanno combattuto con forza una battaglia legale per portarlo negli Stati Uniti per il trattamento. Charlie soffriva di una condizione genetica rara che ha provocato danni cerebrali progressivi e debolezza muscolare.

Chris Gard and Connie Yates avevano chiesto che Charlie fosse sottoposto a un trattamento innovativo per cercare di strappare il piccolo da una morte sicura. La coppia ha incontrato la ferma opposizione dei medici del Great Ormond Street. Secondo i professionisti britannici la cura sperimentale non avrebbe portato nessun beneficio a Charlie ed avrebbe finito per prolungare la sua sofferenza.

Il sostegno di Trump e Papa Francesco

A tenere in vita il bimbo un ventilatore che gli permetteva di respirare e non poteva vedere, sentire o inghiottire. Il caso era stato seguito in primo persona dal presidente americano Donald Trump che in un tweet del 3 luglio aveva manifestato la sua disponibilità ad aiutare Charlie.

Della questione si era interessato anche Papa Francesco che ha tentato di fare il possibile per aiutare il piccolo. A rendere ancora più tristi gli ultimi momenti di vita del bambino il no della Corte Suprema alla richiesta dei genitori di trasferire a casa il bambino per trascorrere in intimità gli ultimi giorni di vita. Connie Yates e Chris Gard hanno riferito di essere stati derubati di attimi preziosi da vivere con il figlio.

'Volevano solo pace". Desiderio che gli è stato negato da Justice Francis che ha dato il via libera al trasferimento di spostare Charlie dall'Ospedale di Great Ormond Street ad un hospice.

'Non auguro a nessuno una cosa simile

La coppia aveva lavorato alacremente con i legali attrezzare l'appartamento delle apparecchiature necessarie per curare il piccolo.

Il padre di Charlie era riuscito a strappare la disponibilità di due medici e di alcuni infermieri che avrebbero seguito il bambino negli ultimi istanti di vita. Ora vogliamo solo una pace con il nostro figlio'. Connie Yates ha riferito di non voler più relazionarsi con ospedali, avvocati, tribunali e media. 'Vogliamo solo salutare il nostro Charlie nel modo migliore. Non auguro a nessuno quello che abbiamo passato noi'.