La tensione tra Usa e Corea del Nord resta palpabile, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni di Pyongyang riferite alla "presunta azione illegale del Pentagono risalente al lontano luglio 1957", quando gli USA portarono in Corea del Sud le proprie truppe in nome del comando Onu, con la finalità segreta -secondo le accuse- di farne "un omologo della Nato".

Usa ritiri 'immediatamente' comando Onu

Pertanto, il rappresentante della difesa nordcoreano per la difesa della pace chiede tramite un comunicato l'immediato ritiro del comando Onu in Corea del Sud, definito senza mezzi termini "un eredità della guerra fredda e un atto altamente aggressivo nei confronti della Corea del Nord", in merito al quale la Corea del Nord potrebbe prendere seri provvedimenti.

"Il comando Onu in Corea del Sud non ha alcuna ragione di esistere, né per il mantenimento della pace nel mondo, né per la sicurezza della penisola coreana" si ribadisce nella dichiarazione, sottolineando che l'azione "non possiede alcun valore nel mantenere una situazione di pace nella regione Asia-Pacifico, né tanto meno è utile a ripristinare il prestigio e le finalità pacifiche millantate dall'Onu".

Usa, politica 'di guerra' contro i più deboli

Tutto ciò va ad incrementare nelle ultime ore le considerazioni messe in circolo sempre dal regime di Pyongyang, per cui gli Usa condurrebbero una politica di guerra nei confronti dei paesi indipendenti e più deboli, che cercano "la liberazione dall'imperialismo a stelle e strisce": slogan che il regime di Kim Jong-un, ha probabilmente utilizzato spesso per veicolare il malcontento locale e indirizzare la rabbia del popolo nordcoreano contro lo spauracchio Donald Trump, ormai dichiarato nemico da debellare.

Viste in malo modo anche le recenti implicazioni del Pentagono nel cercare in tutti i modi "l'appoggio dei paesi dell'Asia", spingendo questi ultimi ad emanare ulteriori sanzioni nei riguardi della Corea del Nord. A far discutere nelle ultime ore anche le recenti dichiarazioni di Trump durante l'incontro con il presidente sudcoreano Moon Jae in, in cui il Tycoon avrebbe esplicitamente dichiarato che "l'epoca della politica della pazienza strategia con Pyongyang ha ormai fallito del tutto".

Pyongyang: 'non rinunceremo mai al nucleare'

Di tutta risposta, il quotidiano nordcoreano Rodong Sinmun, ha calcato come al solito la mano, accusando gli Usa di mirare al sistematico indebolimento dei sistemi militari nei confronti delle nazioni che vogliono sottomettere, citando esempi illustri come Iraq e Libia. A questo sarebbe dunque finalizzata la "sottile strategia Usa" nei confronti della Corea del Nord: ovvero impoverire militarmente il regime, per procedere infine all'attacco militare.

Ne sono prove concrete -prosegue l'editoriale nordcoreano- le continue esercitazioni militari statunitensi e il dispiegamento folle di mezzi militari, mettendo in scena una ridicola e inesistente minaccia nucleare. Ma "la Corea del Nord non rinuncerà mai al nucleare", precisa l'editoriale, "una spada preziosa per la nazione".