Quali conseguenze per docenti, ricercatori e studenti italiani nel Regno Unito relativamente alla Brexit? Interrogativo e tema principale di una conferenza che si è tenuta ieri a Londra, su iniziativa dell'Ambasciata d’Italia, in collaborazione con l'Aisuk. Ad aprire i lavori Pasquale Terracciano, ambasciatore d'Italia nel Regno Unito, dove opera una comunità di circa 5 mila scienziati e accademici italiani, in prima linea in diverse discipline, dalle biomediche alle ingegneristiche. Presente anche un massiccio numero di studenti, poco meno di 7 mila, impegnati attivamente in dottorati di ricerca e master.
Fra quelle non britanniche, la comunità italiana è seconda per numero solo a quella tedesca.
Il sondaggio
Con il termine Brexit si indica l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, come sancito dal referendum che si è tenuto lo scorso 23 giugno dello scorso anno. Condotto un sondaggio che ha interessato circa settecento studenti che vivono nel Regno Unito. L'82 per cento ha manifestato l'intenzione di trasferirsi o di pensare a tale eventualità "come effetto", si legge in una nota apparsa sul sito web della Farnesina, della stessa Brexit. Circa il 30 per cento di coloro che vogliono partire, senza giri di parole, ritiene di ritornare in Italia.