Uno degli episodi più raccapriccianti che possano mai capitare ad una bimba: subire abusi sessuali. Una ragazzina di 11 anni, di Ravenna, sarebbe stata violentata dallo zio. Ieri mattina, il Gip Rossella Materia ha presieduto un incidente probatorio: la piccola - all'epoca dei fatti undicenne - è stata ascoltata in un'aula protetta, alla sola presenza del giudice e della psicologa infantile. Nella stanza accanto c'erano, invece, il presunto colpevole assieme al legale Giuseppe Roccafiorita, quindi l'avvocato Claudio Cicognani che rappresentava la parte offesa, e il Pm Vincenzo Bartolotti.

L'intera famiglia del ravennate risulta incensurata.

Le indagini

Le indagini sono partite nel 2016, in seguito ad una segnalazione da parte del padre della piccola. Il genitore aveva notato che la figlia da un po' di tempo aveva iniziato ad utilizzare in maniera spasmodica i social network, per comunicare assiduamente con qualcuno. Quando le si è avvicinato per chiederle delucidazioni in merito e, dopo averla messa alle strette, la ragazzina ha raccontato la verità, dicendo di aver avuto un rapporto sessuale con lo zio. In particolare, l'uomo avrebbe aspettato di essere solo in casa per chiamare la piccola ed invitarla nel suo appartamento, dove si sarebbero consumati gli abusi.

La visita medica alla quale è stata sottoposta la bambina ha confermato che il rapporto carnale è stato realmente consumato, anche se non è stato possibile determinare la data esatta.

Sono stati sequestrati i telefonini dello zio e della nipote. Tra i due c'è stato anche un costante scambio di messaggini e chiamate su WhatsApp che, però, non erano a sfondo sessuale. Tuttavia, nel telefonino della bimba sono stati ritrovati anche messaggi di chat e scambi di foto intime con un individuo di sesso maschile.

La vittima ha ammesso che non si tratta della stessa persona, e potrebbe trattarsi di un coetaneo. Qualora questa circostanza dovesse essere confermata, verrebbe a cadere il rilievo penale legato all'utilizzo della chat.

In ultima analisi

La ragazzina ha confermato di avere avuto un unico rapporto sessuale solo con lo zio e non con altre persone.

Di conseguenza, permane lo stato accusatorio nei confronti del parente della minorenne. Il legale del presunto colpevole ha sollevato seri dubbi sulle reali responsabilità del suo assistito, dicendosi convinto di poter dimostrare l'innocenza dell'uomo e l'infondatezza delle accuse. Il gip ha restituito gli atti acquisiti al Pm, che dovrà decidere in ultima analisi se rinviare a giudizio l'indagato per abusi sessuali sulla nipote. Un caso delicatissimo che richiederà il massimo impegno da parte degli inquirenti.