Nils Hoegel, infermiere tedesco nella clinica della città di Delmenhorst, già condannato all'ergastolo due anni fa per la morte di due pazienti, è ora sospettato dagli investigatori di aver provocato il decesso nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005 di altri 84 persone tra i degenti della clinica.

La riesumazione dei corpi dei pazienti è avvenuta in questi ultimi mesi in base all'ordine del tribunale.

Gli esami tossicologici effettuati hanno riscontrato la presenza di un farmaco in grado di portare all'arresto cardiocircolatorio, farmaco che non era stato prescritto ai pazienti deceduti.

Agiva per diventare un eroe

Secondo le ricostruzioni Niels Hoegel iniettava il farmaco per poi dare l'allarme e tentare di rianimare i pazienti, in modo da presentarsi ai parenti come l'eroe che aveva salvato i loro cari.

Le indagini fatte e le prove raccolte però fanno supporre agli investigatori ed ai magistrati che le vittime possano essere ben più di 84, anche se per alcuni di loro sarà quasi implossibile arrivare a giudizio poichè alcuni corpi sono stati cremati.

L'inchiesta era partita quando si era riscontrato un elevato numero di decessi, assolutamente sproporzionato rispetto alla media, nell'Ospedale di Delmenhorst e prima in quello di Oldengurg, dove l'infermiere aveva prestato servizio precedentemente.

Inoltre durante il processo tenutosi la scorsa estate lo stesso Hoegel aveva ammesso di essere responsabile della morte di 30 pazienti, motivo per cui le indagini erano ripartite con una commissione ad hoc.

I casi italiani di infermieri killer

E' del 7 luglio scorso la notizia che Daniela Poggiali, ex infermiera di Lugo di Ravenna, è stata assolta in appello dall’accusa di avere ucciso Rosa Calderoni con una dose di cloruro di potassio dopo essere stata condannata all'ergastolo in primo grado.

L'inchiesta partì nel 2014 quando fu sospettata di aver ucciso diversi degenti dell'Ospedale in cui lavorava.

Ciò che aveva fatto molto scalpore erano le foto che la Poggiali si faceva scattare tutta sorridente e con il segno di vittoria accanto ai pazienti in coma o deceduti.

Anche a Saronno, lo scorso inverno è partita una inchiesta simile nei confronti del medico anestesista Leonardo Cazzaniga, ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, e per Laura Taroni, infermiera nello stesso reparto e sua amante.

I due sono indagati oltre che per la morte dei pazienti del pronto soccorso, anche per la morte del marito della Taroni avvenuto in circostanze sospette.