Una coppia è stata arrestata in Russia per sospetti atti di cannibalismo su 30 vittime, prima rapite poi divorate. Sono così finiti in manette con gravissime accuse un uomo e una donna, fermati dalla polizia nella regione del Krasnodar. Tra le contestazioni il sequestro di persona, l'omicidio e lo scempio dei corpi sino a nutrirsi di essi. Sarebbero decine le persone cadute nella macabra rete a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una precisa lettura.

Stando alla stampa locale, sarebbero soltanto 7 le vittime la cui identità risulta certa.

In sede di perquisizione nell'abitazione della coppia, le autorità hanno recuperato grandi quantità di resti umani nel frigorifero. Gli stessi imputati avrebbero ammesso di detenere i corpi fatti a pezzi e refrigerati in modo da averne una scorta per il consumo di lungo periodo.

Ad aggravare la posizione di entrambi anche alcuni dettagli legati alla sparizione delle vittime già identificate che rimanderebbero l'inizio della strage al 1999. Per ben 18 anni, dunque, i due cannibali potrebbero aver agito indisturbati compiendo atti di un orrore inaudito.

L'arresto dell'uomo risale ai primi di settembre, in seguito al ritrovamento dei resti di una donna smembrata dentro un secchio in un dormitorio militare.

Secondo i media russi ci sarebbero persino dei selfie che lo ritrarrebbero circondato di "pezzi" delle sue vittime. Scatti che si sarebbero rivelati preziosi per tracciare i contorni di colpevolezza dei presunti assassini cannibali.

Sarebbe stato proprio lui ad ammettere di aver ucciso, dopo un'iniziale reticenza davanti alle autorità.

Il discorso si complica, lato indagini, in quanto ha confessato la sua responsabilità esclusivamente in merito a due delle decine di morti.

Come riportato da Ria Novosti, agenzia di stampa russa, la donna fermata sarebbe sua moglie. Si tratterebbe di un'infermiera in servizio presso un complesso militare, proprio il teatro del ritrovamento del contenitore con carne e ossa umane.

Al vaglio degli investigatori ci sono diverse ipotesi, mentre viene analizzato il telefono cellulare ritrovato in una zona della città di Krasnodar, che appartiene a uno degli arrestati e nel quale ci sarebbe un repertorio fotografico inequivocabile e dal contenuto raccapricciante. Inizialmente i due hanno sostenuto la tesi che una foto in particolare ritraesse dei resti di donna trovati per caso, ma la tesi è stata immediatamente confutata dalle successive emergenze investigative a carico dei due.