Un papà separato non è stato informato dalla Scuola che il figlio avrebbe dovuto ripetere l'anno, e così in estate si è rivolto al Tar, chiedendo e ottenendo l'annullamento della bocciatura.

Il giudice amministrativo gli ha dato ragione, ricordando quanto dispone la circolare ministeriale prot. n. 5336/2015 che tutela la bigenitorialità in ambito scolastico. Questo provvedimento del Miur impone al dirigente scolastico di "favorire, garantire e incoraggiare" l'esercizio del diritto/dovere del genitore separato o divorziato o non più convivente di avere tutte le informazioni necessarie dalla scuola.

Solo così, infatti, anche il genitore che vive lontano dal figlio può "vigilare sulla istruzione ed educazione". Pertanto, per raggiungere la piena attuazione del principio di bigenitorialità a cui ogni minore ha diritto, gli uffici scolastici devono preoccuparsi di inoltrare tutte le informazioni e comunicazioni riguardanti lo studente anche al genitore separato, divorziato e che non vive più sotto lo stesso tetto con il figlio.

Invece, nel caso dell'istituto friulano, pare che gli insegnanti abbiano "relazionato esclusivamente alla madre", nonostante - riportano i giudici - fosse noto alla scuola che era stato disposto l'affidamento congiunto del ragazzo. Privo delle necessarie informazioni sull'andamento scolastico del figlio, il genitore separato non ha potuto mettere in atto tutte le strategie educative necessarie a sostenere l'impegno nello studio del proprio ragazzo.

Tra l'altro, a quanto sembra, il tribunale avrebbe appurato anche che la scuola era al corrente delle difficoltà psicologiche manifestate dal ragazzo respinto a causa della difficile separazione dei suoi genitori. Ed era noto altresì che, in un anno scolastico precedente, il padre aveva seguito costantemente il figlio, consentendogli di concludere l'anno positivamente.

Il padre avrebbe potuto aiutare il figlio

Pertanto per il Tar, che ha definito quello della scuola un "comportamento omissivo", se il padre dello studente fosse stato ben informato, avrebbe potuto compiere il suo dovere genitoriale, adottando quei rimedi necessari ad evitare, probabilmente, l'insuccesso scolastico del figlio, bocciato lo scorso 13 giugno al termine della seconda media.

La vicenda è avvenuta in Friuli, in un istituto di Gorizia. La sentenza è stata comunicata il 12 ottobre ed ora, dopo l'annullamento della bocciatura, il ragazzo potrà iscriversi alla terza media. Questa vicenda ha attirato su di sé le attenzioni del mondo scolastico e non solo.