A Leeds, in Inghilterra, una donna paga la sua conversione all'islam con la vita. In un primo momento, il marito le aveva proibito di vedere e sentire parenti e amici. Nel tentativo di riconquistare la sua libertà, Sinead Wooding, una 26enne madre di quattro bambini, aveva fatto appello alle forze dell'ordine. Queste ultime, incuranti delle sue parole, nonché dei suoi timori, non hanno fatto altro che consegnare la vittima nelle mani del suo carnefice.
Infatti, quando hanno suonato all'abitazione dove la famiglia viveva, di Sinead non c'era più nessuna traccia.
Oltre ad aver ucciso la moglie, Akshar Ali, questo il nome del marito - ha reso irreperibile il suo corpo, in un attimo di pura e intensa follia.
Ora è stato avviato un processo e se sarà riconosciuto colpevole, l'uomo dovrà rispondere dell'accusa di omicidio.
La conversione
La 26enne Sinead si era convertita all'islam qualche anno fa, in seguito aveva adottato il nome di Zakirah e poi, nel 2015, aveva sposato Akshar. Una relazione, la loro, che sin dall'inizio aveva mostrato segni di squilibrio e instabilità, caratterizzata prevalentemente da violenze e discussioni.
Dopo l'ennesima discussione, risalente allo scorso 11 maggio, la donna - ormai intollerante nei confronti di quell'uomo - si rivolge alla polizia per denunciare la sua ennesima imposizione, il suo ulteriore divieto: quello di non poter avere nessun tipo di comunicazione o relazione con parenti, amici e chiunque fosse in diretto contatto con la moglie.
L'atrocità
Ovviamente, la 26enne era completamente all'oscuro di ciò che sarebbe successo di lì a poco. L'uomo rientra nella sua abitazione in uno stato eccessivo di ubriachezza e scatena la sua atrocità, dà sfogo alla sua violenza su quella donna macchiatasi della colpa di aver aderito all'islamismo.
Una brutalità che, messa in atto con la complicità di un amico di Akshar, il 27enne Yasmin Ahmed, va ben oltre i confini dell'indicibile. L'uomo colpisce la donna con 12 martellate alla testa e sei coltellate al petto. Termina, poi, questo raccapricciante delitto nascondendo il corpo in cantina.
La farsa
Qualche giorno dopo, il 13 maggio, le forze dell'ordine si recano alla dimora di Akshar, il quale, impaurito, cerca di depistare le indagini.
Improvvisandosi attore di teatro inscena una farsa, nella quale, in preda all'ansia cerca ripetutamente la moglie, ora tramite chiamate, ora tramite messaggi lasciati nella segreteria telefonica, in cui si dice preoccupato per la sua assenza, in cui fa appello all'inquietudine dei bambini che sentono la sua mancanza, in cui le chiede di tornare a casa.
Con l'amico complice, invece, discute del modo con cui sbarazzarsi definitivamente del corpo. Il giorno seguente, il 14 maggio, i due uomini lo avvolgono in un tappeto, lo caricano in macchina e, dopo essere giunti in un bosco, la follia omicida di Akshar si conclude con le fiamme: dà fuoco al corpo della moglie.
Il ritrovamento
Nel pomeriggio di quello stesso giorno, alcune persone che facevano jogging si imbattono nel corpo carbonizzato.
Akshar è stato arrestato con l'accusa di omicidio di Sinead Wooding, l'amico è stato individuato quale complice e, di conseguenza, arrestato per lo stesso crimine. I due continuano a dirsi innocenti, ma esisterebbero delle testimonianze che non lasciano spazio ai dubbi. Il processo è stato avviato e l'ultima parola spetta ai giudici, ma i familiari della vittima chiedono giustizia.