Le voci ormai si rincorrono impazzite dopo che sono stati pubblicati i risultati di uno studio dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr): secondo il gruppo di esperti che ha gestito le analisi, se la Corea decidesse un intervento dimostrativo, ormai sarebbe capace di colpire praticamente ogni parte del Mondo. Gli obiettivi indicati come i più probabili sono 16 e naturalmente al primo posto ci sono le grandi città americane, simbolo del Paese come New York o Washington, ma anche, soprattutto perché appena fuori dalla porta di casa, la Corea del Sud e il Giappone, nonché tutte le basi americane sparse per il Pacifico.
Il gruppo dei cosiddetti Think-Tank (parola che significa letteralmente in inglese -serbatoio di pensiero-, cioè modo forbito per dire gruppo di studio) si è basato su tutto il materiale disponibile e naturalmente attendibile, soprattutto su fonti nordcoreane: le stesse fonti però, sempre secondo lo studio, affermano che tutto sembra deporre a favore di una strategia difensiva e non offensiva. In pratica, tutto quello che noi vediamo nei telegiornali, i lanci, le prove, la marce, gli attacchi verbali e non sulla linea di demarcazione sono solo uno sbandieramento di forza, un avvertimento specie agli Usa di non toccare il Paese. Strategia difensiva e non offensiva, dunque.
Altra notizia preoccupante 24 Novembre 2017
A far crescere la tensione, alcuni siti internet riportano una notizia che di per sè non dovrebbe suscitare nulla di particolare, se non che si tratta di un altro granellino in un possibile nuovo tentativo della Corea del Nord di uscire dall'isolamento in cui è finita a causa della politica di Kim Jong-Un con i conseguenti embarghi.
Oggi, infatti 24 Novembre sarebbe in calendario un incontro a L'Avana (capitale di Cuba) dei Ministri degli Esteri dei due Paesi. L'incontro sarebbe prima di tutto dovuto al nuovo raffreddamento dei rapporti Cuba-Usa che col nuovo Presidente Trump ha cancellato molto delle politiche di apertura di Obama. La paura, che sta diventando paranoia, è che si costituisca un nuovo -Asse del Male-, in questo caso tra gli ultimi due Paesi che si denominano comunisti: altri Paesi da aggiungere ai Bad Countries da tenere sotto stretta sorveglianza.
Il caso del disertore 13 Novembre
La tensione e quindi le proteste Usa erano già scattate il 13 Novembre scorso quando un soldato nordcoreano era riuscito a superare il confine più pericoloso del mondo con una fuga davvero rocambolesca: i filmati diffusi dal Comando delle Nazioni Unite in sede mostrano ben due violazioni consecutive dell'armistizio che regola i rapporti tra le due Coree, in particolare il comportamento lungo il 38° parallelo, la linea di confine. Mentre il soldato fugge i militari nordcoreani all'inseguimento sparano contro di lui una quarantina di colpi, cosa vietatissima in quella zona. Pochi secondi dopo, il filmato mostra un soldato nordcoreano che per inseguire il fuggitivo mette piede oltre la linea di demarcazione segnata con una linea bianca, ritirandosi immediatamente accortosi del fatto.
Il caso della soldatessa Lee So Yeon 22 Novembre 2017
Ad aggiungere pepe alla questione nordcoreana, ecco la confessione di una soldatessa dell'esercito della Nord Corea, Lee So Yeon: soldatessa dai 17 ai 28 anni, tentò più volte la fuga, trascorse parecchio tempo in prigione e finalmente nel 2009 venne liberata. La notizia e la sua confessione è stata curata dalla BBC in un'intervista del 28 settembre rilanciata in questi giorni, visto il salire della tensione. Lee racconta dell'indottrinamento che convince i Nord Coreani del fatto che Kim sa un dio e che ogni sua parola sia legge. La vita militare è stata per lei un incubo: tre miseri pasti, mancanza di acqua calda, acqua non filtrata e quindi non potabile, problemi continui di salute come conseguenza della malnutrizione, in primis la perdita delle mestruazioni.
Ma Lee ricorda che nonostante fosse punito per legge, la cosa peggiore era lo stupro all'ordine del giorno, ad opera di ufficiali superiori e colleghi: un'altra violazione dei diritti umani nella lista già lunga che riguarda la Corea del Nord.