Il piccolo corpo del neonato senza vita è stato trovato da due dipendenti di una ditta che si occupa del trattamento dei rifiuti di Musile del Piave. La terrificante vicenda è accaduta nel veneziano, quando come ogni giorno, i due dipendenti si sono messi al lavoro setacciando i residui della spazzatura differenziata, in questo caso però si sono trovati a dovere fare i conti con una tragica situazione. I due dipendenti sono rimasti sbigottiti, quando all'improvviso, durante la fase di lavorazione del macchinario automatico che apre i sacchetti dell'immondizia, davanti ai loro occhi si è presentato un corpicino senza vita.

Gli uomini sono rimasti scioccati e hanno chiamato immediatamente i carabinieri di San Donà.

Il movimento rifiuti

Nell'azienda che tratta i rifiuti della raccolta differenziata, arrivano lotti da molte regioni del centro e nord Italia e, in questo caso, il lotto in lavorazione al momento del ritrovamento del neonato senza vita, era di qualche giorno prima e potrebbe non essere del posto ma provenire da altri paesi. Silvia Susanna, il sindaco di Musile, afferma di essere sconvolta per la notizia, sottolineando che al momento non si conoscono le motivazioni di un simile gesto e che quanto è accaduto deve fare riflettere sui disagi sociali dei quali non siamo ancora a conoscenza e che potrebbero essere legati a questo comportamento, riferendo anche che le indagini in corso da parte delle forze dell'ordine aiuteranno a far luce sulla vicenda.

Le indagini

Il piccolo corpicino del neonato rinvenuto nel sacchetto, era in avanzato stato di decomposizione e, visto il suo stato, i medici non hanno potuto verificare se fosse maschio o femmina e nemmeno arrivare ad una data nella quale la madre possa essersi disfatta del suo corpicino, il quale aveva ancora attaccato un tratto di cordone ombelicale.

Al momento la procura di Venezia, per riuscire ad avere più dettagli sulle cause del decesso e risalire ad un profilo genetico, ha disposto l'autopsia sul neonato. Parteciperanno alle indagini anche i Ris di Parma che al momento sono condotte dai carabinieri di San Donà di Piave e di Mestre. Nel mentre gli uomini dell'arma, vista la complessità delle indagini, in quanto i dati in loro possesso sono pochi, hanno lanciato un appello chiedendo che chiunque avesse visto o saputo qualcosa sul caso del neonato, si dovrebbe in contatto immediatamente con il comando dei carabinieri.