La situazione definita la 'più pericolosa del mondo', il giallo coreano, aggiunge un altro capitolo alla sua storia: nel tentativo di far scendere la tensione tra Usa e Corea del Nord, partita combattuta in tutti i modi compresi i tweet di Trump, è avvenuto il 7 e l'8 dicembre scorso un incontro tra i capi delle diplomazie della Russia, Serghiei Lavrov, e degli Usa, Rex Tillerson, incontro avvenuto a Vienna a fianco di una conferenza OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).

Intanto...

Kim Jong Un invia al mondo il suo viso seraficamente sorridente tra la neve e i ghiacci di uno dei monti sacri della Corea del Nord: vi è salito per festeggiare davanti ad un paesaggio mozzafiato, vestito come al solito con cappotto nerissimo doppio petto, i suoi successi missilistici, particolarmente l'ultimo che lo ha scagliato (come sostiene) tra le potenze nucleari della Terra.

Il monte in questione è il Paektu, 2750 m, entrato a forza nella mitologia del Paese in quanto lì sarebbe nato Kim Jong Il, padre fondatore della Corea del Nord: Kim Jong Un riafferma in questo modo il suo collegamento con la dinastia che 'ha salvato il Paese' e parla di una scalata al vulcano di casa (sul confine con la Cina) come di una vera sferzata di energia mentale più potente di qualsiasi tipo di arma nucleare. Nella realtà dei fatti, anche questa santificazione del monte Paektu fa parte del Programma del Regime nel creare una propria Storia personale mitologica, infatti nella realtà Kim Jong Il è nato in Russia.

E l'Onu?

Per la prima volta in sei anni, anche l'ONU è concretamente intervenuta nel campo della diplomazia, questo a dimostrare le preoccupazioni sulla situazione: ha infatti inviato in una missione speciale di quattro giorni il Sottosegretario generale John Feltman che ha incontrato parecchi tra funzionari e ministri.

Primo punto fondamentale stabilito in queste conversazioni, futuri contatti diretti e regolari con l'ONU, concordando inoltre sul fatto che l'attuale stato di tensione Usa-Corea del Nord rappresenta la situazione più pericolosa presente attualmente nel mondo. Importantissime sono state le seguenti parole di Feltman: "Bisogno urgente di prevenire gli errori di calcolo e aprire dei canali per ridurre i rischi di un conflitto".

E la Corea del Sud?

La Corea del Sud rischia di comportarsi come un cane sciolto senza collare: infatti, Feltman era appena rientrato negli Usa e Seul di propria iniziativa e senza preavviso all'Onu, annunciava un'altra bordata di sanzioni contro la Corea del Nord, in particolare questa volta contro venti tra banche e imprese commerciali nordcoreane, creando un altro motivo di tensione.

Il calcio come il ping pong

Non tutti ricordano o sanno l'importanza che ebbe uno sport come il ping pong nei rapporti Cina-Usa: il tennis da tavolo è lo sport nazionale cinese e proprio gli incontri e le partite di ping pong contribuirono a diminuire la tensione terribile che esisteva all'epoca tra Cina e Usa e a spianare le porte per la storica visita a Pechino del presidente Usa di allora, Richard Nixon nel 1972.

Ora, il ping pong passa il testimone al calcio: infatti mentre i giochi di guerra continuano, entra in azione la forza e la passione comune per il calcio nella quadrangolare -East Asian Championship- di Tokyo: nella capitale del Giappone si sta svolgendo un campionato che coinvolge le nazionali di quattro stati, precisamente Giappone, Cina, Corea del Nord e Corea del Sud, cosa che da molti è già considerata sorprendente.

Una delle partite più seguite è stata Giappone-Corea del Nord, con più di 20.000 spettatori con la vittoria del Giappone per 1-0: i Nordcoreani hanno potuto entrare in Giappone grazie ad un visto speciale concesso per l'occasione visto che nel Paese è vietato l'ingresso agli abitanti della Corea del Nord. La Cina di Marcello Lippi ha pareggiato con la Corea del Sud per 2-2, mentre c'è grande attesa per il derbyssimo tra le due Coree, sperando anche che possa il calcio quel che non può la diplomazia.